Il voto prossimo venturo

22 maggio 2019: FONTE -Movimento Conservatore Stella d’Italia

Il nostro responsabile regionale per la Toscana, Marco Poles, ascoltando per caso un imprenditore livornese che si vantava di non andare a votare perchè obiettivamente deluso dalla politica ha trovato giusto, e giusto lo è, rimproverarlo. Da quel fatto è scaturita una discussione interna al Movimento sulla necessità di indurre la gente a votare e sui modi per ottenere quel risultato.

Cominciamo a dire che il voto è essenziale per la democrazia. Votare non vuole solamente esprimere una preferenza per questo o quel raggruppamento politico ma anche e soprattutto paretecipare e la democrazia implica essenzialmente la partecipazione.

Non votare significa lasciare l’iniziativa politica alle frangie più radicalizzate della popolazione, agli irriducibili delle ideologie che sovente sono espressione delle ideologie più aggressive e non certo di quelle moderate.

Detto questo il voto è un diritto e non un dovere, la retorica degli anni Settanta fece scaturire da una mente democristiana il concetto di diritto-dovere con la minaccia di non poter avere il certificato di buona condotta civile e morale se non si fosse votato. In realtà il voto non è un dovere, se non un dovere morale, ma solo un diritto e anche il non andare a votare è un diritto, anzi, in casi particolari non è indice di menefreghismo ma è un moto di protesta verso una politica che non rappresenta più i propri ideali.

Ovviamente ci sono stati richiami al meno peggio, a votare turandosi il naso ecc. ecc. ma l’unico antidoto democratico contro la libera scelta di non esprimere un voto è una corretta informazione, l’educazione civica e la rivalutazione della politica tramite la buona politica, quella che viene incontro prima di tutto alle esigenze dei cittadini senza demagogie, promesse da disattendere, voli pindarici che puzzano di imbroglio non appena sono resi pubblici e propagandati.

La corretta informazione dovrebbe evidenziare la pericolosità del non votare, ovvero quella di lasciare in mano la politica alle formazione radicali e estremiste.

L’educazione civica, largamente disattesa da un sistema che ci ha voluto ignoranti e disinformati, dovrebbe contemplare lezioni sul significato della democrazia, letteralmente del “governo del popolo” e di come il modello di democrazia a cui aderiamo, quella rappresentativa, funzioni.

La buona politica è indubbiamente il più efficace ma anche il più difficile da ottenere delle tre soluzioni per il non voto. Ecco perchè abbiamo deciso di definirci conservatori, di riunirci in un Movimento e di appoggiare per le elezioni Europee Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni.

Essere conservatori comporta assumersi un impegno d’onore prima di tutto con noi stessi, significa ricercare nella tradizione italiana quella normalità del buon senso applicata alla politica e di offrire questo buon senso, questo senso civico di impegno disinteressato, questo sentimento di solidarietà sociale insita negli italiani anche all’Europa perchè questa Unione Europea sia finalmente una unione di Popoli e non una costruzione a uso della finanza e che favorisca solo le economie più forti svuotando quelle più deboli.

Se non vogliamo più vedere questa riedizione in sedicesimo dell’impero carolingio, l’asse franco-germanica dettare legge ai popoli europei allora è necessario votare per chi, senza compromessi o tentennamenti ha dimostrato coerenza nella critica costruttiva alla Unione Europea, per chi non vuole distruggere ma migliorare.

Come antidoto al non voto scegliamo quindi di informare i nostri amici e cerchiamo di coinvolegere più persone possibili spiegando che solo una nuova destra, depurata dai fantasmi del passato, una destra che guarda al futuro e che abbia come stella polare il benessere generalizzato dei popoli dell’Unione Europea, senza egoismi ma senza doversi prostrare e baciare la pantofola alle potenze egemoni europee, può dare una speranza di rinascita non solo all’Italia ma all’Europa intera.

Andrea Marrone

Presidente Movimento Conservatore Stella d’Italia

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