IL CORTO CIRCUITO IDEOLOGICO DELLA SINISTRA ITALIANA

Fonte: Redazione Stella d’Italia News

Un tempo in Italia la compagine parlamentare che sedeva nella parte sinistra dell’emiciclo parlamentare era monocolore ed era comunista: i suoi membri erano ideologicamente (e sentimentalmente) legati alle teorie marxiste – leniniste. Il partito comunista italiani aveva un discreto seguito e anche nei consigli comunali, provinciali e regionali la loro presenza era nutrita. I comunisti italiani esprimevano feroce avversione contro il sistema capitalistico, erano acerrimi nemici della N.A.T.O. e degli Stati Uniti d’America, considerati causa di ogni male che affliggeva il mondo: dal terrorismo internazionale e nazionale alle guerre e carestie. Di contro, osannavano l’Unione Sovietica considerata il vero “paradiso dei lavoratori” per i quali nei campi e nelle officine vi era solo benessere e spensieratezza. La religione era l’oppio dei popoli, le tradizioni popolari erano cose che ostacolavano il progresso ed andavano eliminate. I compagni per anni si sono infiltrati nelle istituzioni, nei media e nelle scuole fino a monopolizzare la loro presenza, continuando a professare la loro ideologia che imponeva di osteggiare il bene nazionale e glorificare la “Grande Madre Russia”. Per i comunisti creare ricchezza era considerato reato, le aziende erano luoghi in cui i lavoratori venivano sfruttati dal perfido “padrun” e tutto ciò che arrivava dagli USA era da evitare perché “impuro” (mi ricordo che il comitato studentesco della mia scuola superiore impose al Preside di rimuovere la Coca Cola dai distributori delle bibite!).

C’era, poi, l’avversione a tutto ciò che poteva avere a che fare con il fascismo (negli anni ‘70/80 la guerra era finita da 30/40 anni) e con il mondo della destra che in alcuni casi al fascismo si ispirava: dure lotte tra fazioni con epiloghi spesso drammatici. La storia la sappiamo! Per la compagine di destra il mondo era speculare rispetto ai compagni: l’Unione Sovietica era il male assoluto, la N.A.T.O. e gli U.S.A. se considerati in funzione antisovietica erano cosa buona e giusta.

Passano i decenni e il comunismo si dice che muore – idealmente si considera il 1989 l’anno del suo decesso – ma in Italia sopravvive. I comunisti dismettono la tuta blu delle fabbriche (ammesso che molti di loro l’abbiamo mai indossata) per indossare un bel vestito e magari anche un bell’orologio.

Arriviamo ai giorni nostri. Tra gli eredi dei comunisti c’è una piccola parte che non ha mai rinnegato il passato e si considera ancora fieramente comunista, altri, millantando un cambiamento ideologico, palesano, però, ancora tutti i tratti caratteristici che fanno parte giustamente del loro patrimonio genetico: l’avversione per l’Italia e per tutto ciò che produce ricchezza e benessere. Gli imprenditori (piccoli) sono considerati degli sporchi evasori fiscali, le tradizioni e i valori nazionali, comunemente condivisi dalla maggior parte della popolazione, vanno debellati e sostituiti con altri che riguardano una minoranza che va esaltata ed adorata. La lotta per i salari dignitosi si è sostituita con la lotta per i matrimoni omosesuali. Lavorano per eliminare tutte le identità nazionali, perché il comunismo non prevede confini. Vero che il capitalismo era sì da combattere, ma i soldi, però, sono sempre piaciuti e allora il comunismo si fonde con il suo ex nemico, il capitalismo (e la finanza)  a trazione giudaica, e, con il supporto esterno del cattolicesimo, vanno alla conquista del mondo. E pare che ci siano quasi riusciti!

Nell’attuale conflitto in Ucraina il mondo mediatico – composto solo ed esclusivamente da sinistri – è schierato a fianco dello stato aggredito e nessuna scusante viene concessa all’invasore russo. Il copione è sempre lo stesso: i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra. Zelensky un eroe democratico, Putin un malvagio dittatore. Per sostenere questa tesi, però, i comunisti e i loro derivati vanno in corto circuito ideologico, i dissonaza cognitiva: dopo averci ammorbato per anni sulle magnificenze della “Grande Madre Russia”, il “sinistro” non solo si ravvede e si pente, ma eleva la N.A.T.O. e gli U.S.A. a modello da seguire e santificare, scacciando il comunista Putin e tutta l’ex Unione Sovietica all’inferno. Guai a mettere in discussione l’operato dell’occidente!

Solo i più sciocchi non sanno che l’Ucraina attuale è uno stato indubbiamente creato e guidato dagli Stati Uniti e che indubbiamente gravita nella zona d’influenza russa, cosa che indubbiamente Putin non apprezza, così, come non apprezza l’arroganza occidentale dimostrata negli ultimi anni nei suoi confronti. Ma per i sinistri tutto questo non ha importanza: l’atlantismo è ormai la loro stella cometa.

Altro effetto del corto circuito ideologico dei sinistri: se in Italia un ristoratore espone nel suo locale una bottiglia di vino sulla cui etichetta è raffigurato Mussolini, è considerato un esaltato fascista, pericoloso per la società e per la democrazia, al punto tale da meritare la chiusura immediata dell’attività, prima, e, il carcere, dopo. In Ucraina invece i vari battaglioni che si ispirano chiaramente all’ideologia nazisti e che sono stati indubbiamente artefici di omicidi (strage di Odessa) possono essere tollerati, perché alla fine sono dei bravi ragazzi patrioti.

Il comunismo è una ideologia contro natura che per essere applicata su questo pianeta ha bisogno di dittatori, autocrati che portano morte, privazioni di libertà e prevaricazione dello Stato sul singolo.  Solo chi ha conosciuto il vero comunismo può sapere di cosa si tratta. Non i fessi italiani che si sentivano comunisti mangiando spaghetti.  Gli ucraini, poi, il comunismo stalinista (il peggio del peggio) degli anni trenta del secolo scorso lo hanno conosciuto bene: per il partito comunista sovietico la necessità di sfamarsi era considerata un crimine contro lo Stato! Si stima che la carestia creata da Stalin – Holomodor – abbia fatto dai 3 ai 5 milioni di morti. E’ ovvio che gli ucraini nella seconda guerra mondiali andarono in contro ai nazisti, considerandoli dei liberatori! L’essere nazisti era per loro la naturale conseguenza, forse il male minore. E ancora, dopo la fine della seconda guerra, l’Ucraina piombò nella sfera sovietica, quindi, ancora morte e deportazioni. Stesso discorso si può fare per le nazioni europee che hanno avuto il piacere di gravitare nell’orbita dell’impero sovietico: sono passati troppi pochi anni dalla caduta del muro di Berlino ed il ricordo che i russi hanno lasciato è ancora fresco. Li posso capire che al solo pensiero di avere i russi ai loro confini possa creare turbamenti.

E mentre nell’Europa dell’Est si consumava ogni sorta di crimine con milioni di morti, i nostri comunisti, con le loro comodità e le loro libertà garantite, sognavano di far parte di quel fantastico mondo, lavorando affinché anche in Italia si potesse vivere bene come si viveva in Bielorussia o in Ucraina o in Turkmenistan, luoghi dove i lavoratori si sentivano in paradiso.

Oggi, però, il signor Putin – comunista o non comunista – guida la Nazione più grande del pianeta che è, comunque, una super potenza che come tale ha le sue zone di influenza.  Continuare a dare fastidio e provocare il gigante russo non è stata una condotta molto intelligente. Ma, soprattutto, la Russia ha una cosa che a noi italiani (europei) serve: il gas ed il petrolio! Rinunciare a questi beni per continuare a dimostrarsi fieramente sottomessi agli U.S.A. è una chiara e stupida forma di masochismo che porterà alla nostra distruzione. Ed ecco che emerge ancora il tratto caratteristico dei comunisti pentiti che guidano il nostro Paese (ai quali – per onestà devo aggiungere – si sono associati personaggi ignobili dello schieramento che qualcuno chiama “centro destra” e che comunisti, forse, non lo sono mai stati): l’odio per il proprio paese.

Nella guerra attuale tra Ucraina e Russia non riesco a veder il bene solo da una parte ed il male solo dall’altra: riesco a vedere solo male!

Emanuele LAINA

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