Schettinando via dai problemi

24 Settembre 2013 h. 1030:

Vi ricordate gli schettini? Quei pattini a rotelle che ci permettevano di “pattinare” sull’asfalto? Erano degli oggetti molto in voga quando ero un ragazzo. Oggi non se ne vedono più. Peccato. Però, se abbiamo perso gli schettini non abbiamo perso, in Italia, l’abitudine di “schettinare” via dai problemi e dalle responsabilità.

L’ex comandante Schettino, nomen omen, dopo aver dichiarato che degli scogli presenti sul luogo da qualche milione d’anni non erano segnati sulle carte nautiche ora cerca di addossare le responsabilità di un naufragio che ha causato decine di vittime a un timoniere. Un grande industriale e politico cerca di svincolarsi delle proprie responsabilità nei confronti della giustizia e della Nazione a cui dovrebbe essere stato invece d’esempio accusando il sistema giudiziario di parzialità, cosa peraltro oggettivamente plausibile visto l’accanimento con cui lo ha perseguito per anni. Il governo che ci siamo ritrovati addosso, quello che avrebbe dovuto toglierci dal baratro in cui il governicchio degli incompetecnici capitanato dal senatore a vita Monti, quello del “salva Italia”, tanto per intenderci, non fa altro che schettinare via dalle decisioni limitandosi ad alzare le mani di fronte agli aumenti fiscali che ritengono inevitabili visto che non sono in grado di ridurre la spesa pubblica. E il ministro Bonino? la lady di ferro italiana oggi tuona contro i malvagi russi che tengono in carcere in condizioni tanto disumane da permetterle di spedire lettere infamanti contro i suoi carcerieri una delle famigerate Pussy Riot, quelle che hanno dissacrata una chiesa con un concerto e spogliarello ma non fa assolutamente niente per i nostri Fucilieri di Marina illegalmente sequestrati in India con false accuse e prove così malamente falsificate da farci vergognare della nostra impotenza e della imbecillità della nostra diplomazia.

Ecco qui, schettiniamo via dai problemi, dalla enorme disoccupazione giovanile, dai suicidi legati alle sventure economiche, dalle industrie degli armamenti e dell’acciaio devastati da una magistratura talebana e autoreferenziale, schettiniamo felici e spensierati verso il fondo del baratro, magari fischiettando.

Andrea Marrone

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