Il fallimento dell’Islam politico

05 luglio 2013 h. 1230:

Il colpo di stato militare in Egitto, ancora in corso, è stato immediatamente criticato dalla Turchia e, ovviamente, a buon titolo. Infatti  anche in Turchia, come in Tunisia e in Egitto, un partito islamico, sfruttando la democrazia che è implicitamente negata proprio dall’islamismo, è salito al potere iniziando subito un lento ma inesorabile processo di islamizzazione in paesi precedentemente laici e aperti non solo alla modernità, altra cosa negata dall’islamismo, ma anche all’Occidente. Mentre in Siria la visione laica della società e quella estremista, antidemocratica, misogina e violenta dell’islam si combattono per le strade in Egitto, proprio per evitare uno scontro aperto, i militari hanno preso nelle loro mani il potere pur promettendo di rimetterlo nelle mani, dopo nuove elezioni, a un governo democraticamente eletto.

Anche il partito islamico di Morsi lo era stato ma, nella tradizione antidemocratica islamista, aveva subito cominciato ad imporre veli, a restringere le libertà delle donne e a imporre su un paese moderno e tollerante una cappa di oscurantismo che ha fatto ribellare il popolo che, pur di togliersi di dosso Mubarak, il presunto zietto di Ruby Rubacuori, aveva docuto scegliere tra la padella o la brace.

E ora la partita rimane aperta in Tunisia, in Turchia e ovviamente in Siria dove Assad, un autentico mascalzone, è però un baluardo contro l’islamizzazione forzata della regione, un particolare che dovrebbe fare riflettere gli sprovveduti governi occidentali che non hanno ancora capito che con il fondamentalismo islamico non si può venire a patti, mai.

Andrea Marrone

 

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