Una riflessione sul due giugno

02 Giugno 2013:

Tra un ora, alle 10:00, comincerà la tradizionale parata del 2 giugno nella stupenda cornice dei Fori Imperiali di Roma. Sarà una sfilata ridotta visti non solo i tempi magri ma anche il masochistico desiderio della politica di evitare lo sfoggio di muscoli per non irritare le anime pie che ritengono offensivo non solo il mostrare divise e armi ma anche il possederle.

Eppure questo due giugno, e tutte le altre ricorrenze civili, le possiamo tenere proprio perché esistono divise e armi che non sono al servizio della violenza e della prevaricazione ma, anzi, sono poste a difesa del Popoli italiano contro violenze e prevaricazioni.

Quindi le Forza Armate e le Forze dell’Ordine ci difendono mentre la politica e i politici spesso ci mettono in condizione di essere oggetto di violenze a prevaricazioni. La più grave di tutti, la ferita non ancora sanata, è il rapimento avvenuto con l’inganno, la detenzione arbitraria, il processo farsa imperniato su prove grossolanamente falsificate che l’India, un paese violento e nemico, tuttora perpetra nei confronti dei nostri Fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, venduti dall’ultimo rigurgito del vergognoso governicchio degli incompetecnici, nel nome di interessi economici che riguardano solo certi gruppi industriali tra i quali alcuni sono italiani solo di nome.

Vorrei quindi, questo due giugno, anniversario del momento in cui l’Italia ha, in una maniera decisamente spiccia e tuttora non molto chiara per quanto riguarda la regolarità del voto, abbandonato la forma monarchica, del resto indifendibile vista la condotta immorale e vergognosa della sua casa regnante, i Savoia e abbracciato la forma repubblicana, dedicarlo proprio a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, due Uomini d’Onore che tengono alta la bandiera dell’Italia con immenso coraggio e dignità mentre la politica continua a fare finta di nulla invece di agire per riportarli a casa e restituirli alla Nazione e alle loro famiglie.

Andrea Marrone

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