Napolitano grazia gli americani e lascia condannare gli italiani

06 Aprile 2013: Una bella notizia per gli Stati Uniti d’America sicuramente rattristati della pioggia di condanne ricevute dagli inesorabili giudici italiani per aver preso in carico, con l’aiuto dei Servizi italiani, anche loro debitamente condannati a pesanti pene detentive, un predicatore di odio fiancheggiatore di terroristi e averlo riportato in Egitto, suo paese d’origine.

Il nostro illustre presidente, che non è stato capace di impedire la restituzione dei nostri Fucilieri di Marina alla corruzione delle corti di ingiustizia indiane, ha graziato il colonnello americano Joseph Romano con la sdolcinata motivazione che: «il Presidente Usa Barack Obama, subito dopo la sua elezione, ha posto fine a un approccio alle sfide della sicurezza nazionale, legato ad un preciso e tragico momento storico e concretatosi in pratiche ritenute dall’Italia e dalla Unione Europea non compatibili con i principi fondamentali di uno Stato di diritto».

Bravo presidente Napolitano, e ora cosa facciamo con i funzionari italiani del Sismi condannati da una giustizia italiana più attenta alle esposizioni mediatiche che alla Sicurezza Nazionale? Li lasciamo in galera solo perché il loro presidente non è Barack Obama?

Mah, forse sbaglio ma credo che la motivazione di questa improvvisa e provvidenziale per gli USA grazia, comminata a uno che si era ben guardato da venire in un tribunale italiano a rispondere delle accuse nei suoi confronti sia dovuta non tanto a Obama quanto alla potente diplomazia statunitense che ha avuto un certo peso anche nel processo di Perugia e dovunque o comunque un cittadino americano sia coinvolto.

Niente a che vedere con la nostra balbettante, incompetente e inutile diplomazia che non ha mai saputo fare altro che pagare ingenti riscatti per portarsi a casa degli sprovveduti turisti o dei giornalisti progressisti rapiti da quei terzomondisti che tanto amano.

E intanto signor presidente Napolitano, lasciamo che i nostri Fucilieri di Marina rimangano in mano agli indiani, i funzionari italiani si tengano le loro condanne ottenute per aver servito il nostro Paese e gli americani si tengano stretti i loro uomini.

Per fortuna ci sono nazioni che sanno farsi rispettare. Noi, signor presidente, non lo sappiamo fare.

Andrea Marrone

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