Fare-carte false-per fermare il declino

21 febbraio 2012:

ho lasciato passare qualche giorno per non fare l’avvoltoio. Non sono il tipo da compiacersi dello svergognamento altrui però da questo fatto di Giannino bisogna trarre delle considerazioni.

La prima considerazione è la competenza, o non competenza, di chiunque non è commisurata alle lauree e ai master, presi in atenei più o meno prestigiosi sia in Italia che all’estero. Un volta esisteva la figura dell’autodidatta, era una situazione di cui molti si compiacevano perché, da soli, erano arrivati a livelli di competenza e conoscenza notevoli.

Che male c’è a essere autodidatta? Secondo me nessuno ma, evidentemente, l’Italia spocchiosa dei professionisti della cultura, quella dei camerieri che a Napoli danno del dottore a tutti quelli che indossano una cravatta, quella del “lei non sa chi sono io” soffre tuttora di quel complesso provinciale secondo il quale la cultura deve, necessariamente, essere certificata da qualche pezzo di carta, magari fasullo come la laurea albanese del trota.

E quindi non bastava che Giannino fosse competente e autorevole, doveva avere lauree e master e, se non le aveva, doveva inventarsele perché tanto chi sarebbe mai andato a controllare.

Un eccesso di vanità che ha screditato una persona generalmente ritenuta affidabile e corretta e che ha tagliato le ali a un movimento politico per cui non avevo un eccesso di simpatia ma che non era neppure tra i peggiori.

Ne valeva la pena? Certamente no. Più che di competenza l’italia oggi ha bisogno di onestà. Un uomo onesto si può servire di consiglieri competenti, una persona poco chiara nei suoi comportamenti perde qualsiasi credibilità.

Andrea Marrone

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