La zappa sui piedi dell’Italia

08 febbraio 2013:

E’ commovente il tentativo dei politici di attirare simpatia tramite l’accompagnarsi con cagnetti, tutti di alto pedigree, in televisione e nelle foto. Non trovate che assomiglino a quei barboni che cercano di ottenere lo stesso scopo con cani di ben diverso lignaggio? Ma non è dei cani e dei politici che voglio scrivere oggi. Ieri è arrivata un’altra tegola giudiziaria sul Sistema Italia: L’ENI è sotto inchiesta per corruzione internazionale e cioè per aver pagato, dicono i giudici, degli algerini per facilitare la costruzione di un gasdotto tra Algeria e Italia.

Cominciamo subi a dichiarare a chiare e forti lettere che Stella d’Italia News è saladamente schierata a favore della legalità e che rispetta i magistrati onesti e integerrimi mentre ha il totale disprezzo per corruttori e corrotti.

Detto questo crediamo però che esista un interesse superiore e che questo interesse superiore sia il benessere e la sicurezza dell’Italia. In altre parole esiste, o dovrebbe esistere, la cosiddetta “Ragion di Stato” o, come dicono gli inglesi “Right or Wrong, it is my Country”, giusto o sbagliato, è il mio Paese.

E quindi dopo aver massacrato la siderurgia italiana mettendo a rischio decine di migliaia di posti di lavoro e un comparto aziendale di primaria importanza ora i giudici, forse in maniera talebana, stanno mettendo a rischio le forniture energetiche all’Italia, i rapporti tra Italia e Algeria e una importante azienda con il corollario delle solite migliaia di posti di lavori nonché deprimendo ulteriormente l’economia italiana. Non un bel risultato direi. Infatti al solo annuncio delle perquisizioni all’ENI il titolo ha subito un tonfo netto in borsa trascinando ancora più in basso la borsa italiana.

L’ENI ha corrotto gli algerini? Non lo so e non lo voglio credere ma, chiediamoci con una certa dose di spregiudicatezza se questo fatto brutto non faccia parte di un gioco geopolitico in cui noi italiani ci troviamo a dover competere, a armi impari, con altre potenze, anzi, con potenze straniere perché noi di potente non abbiamo nulla se non una magistratura onnipotente e al riparo da qualsiasi censura. E come ragionano certi giudici, o ex giudici, l’ho sentito bene ieri a Porta a Porta quando un paladino della lotta alle mafie, cosa eccellente, ha tuonato invocando l’inversione dell’onere della prova per i cittadini che, secondo lui, dovrebbero fornire prova dell’essere onesti alla magistratura e non la magistratura a fornire prova del loro essere disonesti. Tutti quanti gli italiani sul banco degli imputati, tutti a discolparsi e guai alle aziende che cercano di salvare il salvabile. Chiudiamole tutte, la dea giustizia è bendata, non guarda in faccia nessuno, non guarda nemmeno nei piatti vuoti delle famiglie degli operai o nei termosifoni spenti delle nostre case. dura lex sed lex.

Andrea Marrone

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