Nikolajewka, il sacrificio degli Alpini

03 febbraio 2013:

Come ogni anno  in molte piazze d’Italia c’è stata la cerimonia rievocativa della battaglia di Nikolajewka. La cerimonia avrebbe dovuto tenersi il 26 gernnaio, data della battaglia ma viviamo in una società dove il simbolismo delle date deve essere sacrificato alla comodità e quindi le cerimonie sono avvenute oggi, domenica.

In quella a cui ho partecipato, a La Spezia, ho sentito molte belle parole e purtroppo anche i roboanti appelli alla difesa della democrazia da parte del solito politicume locale ancora prigioniero di logiche politiche risalenti alla tragedia della guerra civile italiana.

Gli Alpini a Nikolajewka non combatterono per salvare la democrazia, che non c’era in Italia in quel periodo e se combatterono per salvarsi la vita aggiunsero a quella legittima motivazione quella del senso del dovere, della tenacia nel svolgere il compito a loro assegnati, nella ostinazione di non voler soccombere alle avversità.

il 26 gennaio del 1943 gli Alpini si scontrarono con forti aliquote sovietiche appoggiate da carri armati e artiglierie asserragliate nel villaggio di Nikolajewka. I sovietici sbarravano la strada della ritirata delle forze italo-tedesche e dei loro alleati ungheresi. Toccò agli Alpini liberare la strada e loro lo fecero pagando un altissimo prezzo di sangue.

Quegli uomini che marciarono nel ghiaccio affrontando il terribile inverno russo dimostrarono al mondo il coraggio e la determinazione degli italiani meritando che gli stessi nemici sovietici dichiarassero che “Solo il Corpo d’Armata Alpino si deve ritenere imbattuto sul fronte russo”.

Onore ai nostri Alpini, baluardo della Nazione in Guerra e in pace, sempre i primi ad accorrere in caso di calamità, sempre i più generosi nel donare risorse e tempo per la Patria.

Andrea Marrone

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