La forza della vergogna

18 dicembre 2012: Oggi si sono due notizie che fanno riflettere: una è quella della risoluzione di un “cold case” un omicidio irrisolto da più di vent’anni e l’altra è la confessione del marito che ha assassinato la moglie separata a Montecatini.

La prima notizia è estremamente positiva, significa che Polizia di Stato Guardia di Finanza e Carabinieri non solo hanno degli strumenti tecnologici avanzatissimi per fronteggiare il crimine ma che c’è nello Stato la volontà di non lasciare nulla di intentato per assicurare alla giustizia, anche a distanza di più di vent’anni, chi si è macchiato del più tremendo e irreparabile dei crimini: l’omicidio.

Ma è la seconda notizia, secondo me, quella importante: finalmente un assassino, travolto dal peso della coscienza, oltre che dagli interrogatori degli Ograni di Polizia e della Magistratura, confessa il suo crimine. Non si trincera dietro un negare a tutti i costi che ha costituito una costante degli ultimi processi-spettacolo che hanno afflitto le nostre serate televisive: Cogne, Avetrana, Garlasco. Nessun tentativo di depistare, inventare storie fantasiose e bizzarre, mascherare le turpitudini di rapporti parentali innaturali con altre e più infami turpitudini. La confessione.

Confessione che libera il colpevole da un peso ed è di sollievo a una comunità sconvolta dalle tragedie e disonorate da una giustizia televisiva che nasconde il ridicolo dei parrucchini e delle labbra rifatte con un manto di pseudo scienza e pseudo giustizia.

Ben venga la vergogna per quello che si è fatto e ben venga un giudizio rapido e una pena certa e sicura, da scontare in carceri umane ma da scontare fino all’ultimo giorno perché si deve avere pietà per il criminale che confessa ma questa pietà non deve tradursi in pene offensive per chi è stato colpito dal suo crimine.

Andrea Marrone

 

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