La commedia all’italiana si tinge di Europa

E così tutti contro Berlusconi. Questa levata di scudi stucchevole e fariseistica oltre a fare parecchio schifo offende anche la mia coscienza di italiano che rivendica il diritto di scegliermi da solo chi mi governerà. Per dirla all’ignorante: che ci azzeccano i soloni europei, gente che ci ha addirittura tentato di ricattare subordinando l’erogazione degli aiuti ai terremotati a una posizione più prona dell’Italia ai loro diktat?

Che l’Europa, o perlomeno l’Europa egoista e tornacontista della Germania, Belgio, Inghilterra e, in parte, della Francia pretenda che l’Italia continui a essere la mucca da mungere che da all’Europa molto più di quanto riceve mentre affama i suoi pensionati per spremerli fino all’ultima goccia, pardon, alla penultima perché gli usurai non desiderano la morte dell’usurato ma solo la sua impossibilità a togliersi dal loro amo, questo lo sapevamo, ma che addirittura cerchino di influenzare le nostre libere elezioni democratiche mi pare troppo.

Ovviamente a certi relitti provenienti da partiti antidemocratici e autoritari questa perdita di sovranità può anche andare bene. L’hanno anche dichiarato spudoratamente che una certa perdita di sovranità sarebbe accettabile. Però a me non sta bene e, credo e spero, anche alla maggior parte degli italiani che si sentono tali.

Ovviamente Berlusconi è un caso disperato e indifendibile. A parte cambiare idea istericamente ogni quattro o cinque ore c’è anche il risibile tentativo di rianimare il partito della disgregazione nazionale, quei rivoluzionari che tengono famiglia. E una famiglia costosa tra l’altro. Poi ora dice che si ritira se Monti, che un minuto fa era l’artefice del baratro in cui è caduta l’Italia, si dovesse mettere a capo della sfrangiata e stracciona compagine dei moderati. Ridicolo.

Non c’è che dire, siamo messi molto male, stretti tra una decadenza morale che farebbe impallidire perfino il fin troppo citato Basso Impero e l’arroganza degli stranieri. Quella stessa arroganza che spinse l’eroico Goffredo Mameli a scrivere quei versi che, orgogliosamente, ci vantiamo di cantare:

Noi siamo da secoli

Calpesti, derisi,

Perché non siam popolo,

Perché siam divisi.

Raccolgaci un’unica

Bandiera, una speme;

Di fonderci insieme

Già l’ora suonò.

Andrea Marrone

 

 

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