Il contrasto tra i Poteri

06 dicembre 2012:

Qualche organo di stampa ha impropriamente dichiarato che il contrasto istituzionale tra la Presidenza della Repubblica e la Magistratura è stato vinto dal Quirinale. La realtà è che non ha vinto nessuno e che quello che è accaduto è il primo sintomo di un inizio di reazione di fronte alle prese di posizione sempre più ingerenti della Magistratura. Non è infatti normale che venga fatto pubblicamente consegnare a un Presidente del Consiglio che presiede un convegno internazionale contro la criminalità un avviso di garanzia, non è normale che un giudice, pur con il superiore interesse verso la salute pubblica, chiuda senza appello la siderurgia italiana e non è neppure normale che le conversazioni telefoniche del Presidente della Repubblica vengano intercettate, ascoltate e registrate. Intendiamoci, io sto con la Legge e non faccio parte di quelli che passano le giornate a inveire contro la Magistratura che, come Istituzione, rispetto. Però bisognerebbe che qualcuno spiegasse a certi giudici, che non rappresentano la Magistratura nel suo insieme, che esiste anche una Ragion di Stato e che essi stessi sono tenuti al rispetto verso gli interessi della Nazione. Applicare la Legge come un sistema matematico di delitti e pene in un sistema legislativo contorto come il nostro significa spesso compiere, in buona fede, atti che da provocano effetti perversi. Il sistema democratico è essenzialmente basato sull’equilibrio dei poteri, quando una delle parti prevarica l’altra allora si scade in un sistema dittatoriale ed è quindi con grande soddisfazione che va registrata questa bacchettata a chi ha intercettato il Capo dello Stato. Soddisfazione che non è una vittoria di una parte sull’altra ma un riequilibrio a favore della democrazia di una situazione potenzialmente pericolosa da parte di pochi elementi che, nel nome di una giustizia personalistica e spettacolarizzata, si sono ritenuti intoccabili.

Andrea Marrone

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