La Siria, un posto pericoloso e neppure troppo lontano

25 luglio 2012: Arriva la notizia che un gruppo di navi da guerra russe si sta dirigendo verso il porto di Tartus, in Siria. Tartus è una base russa, l’unica del Mediterraneo e ci sono forti dubbi che, con la caduta del regime criminale di Assad,  possa rimanere nelle mani del Cremlino. Questo già basterebbe per giustificare l’opposizione russa all’abbattimento del regime siriano ma, naturalmente, ci sono anche altri fattori. Israele, per esempio, sostiene che dietro la rivolta anti-Assad ci sia Al Qaeda ma questa convinzione in realtà serva solo a far spaventare l’opinione pubblica occidentale.

Gruppi radicali musulmani sicuramente fanno parte della rivolta ma non sono la rivolta. Anche l’Iran, arcinemico di Israele come pure del modo di vivere e di pensare occidentale, può essere molto più coinvolto di quanto possa sembrare. In fin dei conti l’Iran è il burattinaio di Hezbollah in Libano e una Siria destabilizzata potrebbe suscitare qualche appetito negli Ayatollah.

Verrebbe la tentazione di alzare le spalle e far finta di nulla pensando che la Siria sia un paese esotico e lontano, anzi, remoto.

Non è così, a parte il fatto che si affaccia sul Mediterraneo che, pur essendo grande, è diventato a causa della velocità dei mezzi moderni, un lago, essendo parte del contingente UNIFIL in Libano noi italiani saremmo realmente in prima linea nel caso di un allargamento della guerra civile o, peggio, di qualche episodio che riguardi gli armamenti non convenzionali, gas e altro, che i siriani hanno ammesso di avere.

Israele ha già dichiarato che se questi armamenti, ora schierati ai confini della Siria, fossero in procinto di cadere nelle mani dei ribelli interverrebbe militarmente. La Siria ha invece dichiarato che non li userà contro la sua popolazione ma solo se aggredita dall’esterno. Queste due dichiarazioni sono, ovviamente, complementari e la presenza delle navi russe complicherà ulteriormente il quadro.

E’ in momenti come questi che dobbiamo ringraziare di avere ancora la capacità militare per eventualmente difenderci o per fare da deterrente a eventuali attacchi da parte di regimi disperati. Purtroppo però questo governo sembra intenzionato a mettere in serio pericolo la Nazione con i tagli alla spesa militare. Spesa superflua, si dice.

Superflua sì, ma fino a quando?

Andrea Marrone

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