Il cuore degli italiani

10 luglio 2012: E’ grande, lo confermo. Un mio vecchio commilitone, uno che ha diviso con me marce, fango, sole e sogni, alla tenera età di 56 anni ha deciso di tornare a lanciarsi con il paracadute e sabato mattina si è lanciato nel vuoto con l’entusiasmo e il gusto di un ventenne. Poi, senza chiasso e senza parlarne in giro, è saltato in macchina ed è andato in Emilia a prestare servizio volontario in un campo di terremotati. Poi tornerà al suo normale lavoro, un lavoro piuttosto duro.

Quell’uomo generoso e modesto, di cui mi onoro essere amico, si chiama Andrea Rocca.

Gli italiani sono così, hanno cuore. Forse più cuore che cervello, forse siamo più pazzi e poeti che freddi e calcolatori ma se la nostra natura è questa allora bisogna che questa natura generosa, impulsiva e coraggiosa sia rispettata.

Purtroppo oggi siamo governati dai tecnici. Gente piena di cervello, freddezza e calcolo che impone un rigore, spesso amministrato con noncuranza degli aspetti umani e una abbondante dose di arroganza, che sarà anche necessario, forse, ma che ci sta rapidamente intristendo e impoverendo mentre la finanza internazionale e anche nazionale sembra essere molto soddisfatta.

Tecnici talmente freddi da abbandonare al loro destino i nostri Fucilieri di Marina, oggi chiamati, dopo cinque mesi di sequestro, in una aula corrotta di un tribunale senza nessuna legittimazione a rispondere di crimini mai commessi e provati da prove fabbricate, oltretutto malamente, a tavolino. E loro? I tecnici si stringono nelle spallucce strette e tirano dritti, due militari in più o in meno non cambiano nulla ma i lucrosi contatti commerciali con il paese che li tiene prigionieri quelli si che contano.

Per fortuna che ci sono gli italiani, quelli un poco ingenui che si commuovono quando sentono l’Inno Nazionale mentre i tecnici fanno finta di cantarlo perché impararne il testo è una cosa troppo nazional-popolare per loro.

Andrea Marrone

 

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