Una lezione di dignità nazionale

23 Aprile: Inaspettatamente arriva al nostro governicchio dei tecnici una lezione di dignità nazionale da parte dell’Algeria. Il fatto è noto, due immigrati clandestini algerini, in fase di rimpatrio, oltre a dare in escandescenze, dopo essersi morsi le labbra sputavano in faccia ai poliziotti di scorta e ai passeggeri dell’aereo che li trasportava nel loro paese, saliva e sangue. gli uomini della scorta non hanno trovato di meglio da fare che mettergli delle mascherine sulla bocca e, visto che i due tentavano comunque di togliersele strofinando la testa sul sedile dell’aereo, gliele hanno fissate alla testa con del nastro adesivo.

Una faccenda piuttosto banale se non fosse stato per un regista italiano che si è intromesso. Alle sue accorate proteste si è subito scatenato il tam-tam dei denigratori delle Forze dell’Ordine e il Ministro Cancellieri ha tuonato, aiutata dal vocione, in Parlamento contro quello che è stato interpretato come un abuso e il pio Ministro Terzi che, anziché occuparsi dei nostri Fucilieri di Marina sequestrati da un atto di pirateria compiuto da uno stato straniero ha il tempo di andare sul web e scrivere sui blog, scrivendo alla blogger tunisina Lina Ben Mhenni – che aveva espresso “profonda costernazione” sul caso – ha spiegato che il governo italiano ha già aperto un’indagine amministrativa sulla vicenda e, contemporaneamente, la magistratura ne ha aperto una giudiziaria.

A questo punto l’Algeria ha convocato il nostro ambasciatore per rappresentare all’Italia la “protesta veemente delle autorità algerine” contro un trattamento che Algeri definisce – ha fatto sapere il portavoce della diplomazia algerina – “violento, umiliante e inaccettabile”. L’Ambasciatore d’Italia a Algeri è stato convocato al Ministero degli Esteri algerino dove ha incontrato il segretario di Stato per la comunità nazionale con sede all’estero, Benattallah Halim. A riferirlo è stato lo stesso portavoce del dicastero algerino, spiegando che nel corso dell’incontro è stata espressa la “protesta” per un trattamento, quello riservato “ai nostri due connazionali”, definito “violento, umiliante e inaccettabile”. E invitando l’ambasciatore – spiega la stessa fonte – a “trasmettere alle autorità italiane” la posizione di Algeri in attesa di ricevere “spiegazioni”.

Le spiegazione arriveranno, gli uomini della scorta subiranno una censura e un trasferimento e la diplomazia italiana si cospargerà il capo di venere, questo è certo. Altrettanto certo è che questo comportamento dignitoso, corretto e assertivo della diplomazia algerina è una lezione alla nostra balbettante diplomazia che, invece di tuonare contro l’India, di convocare ambasciatori, chiudere sedi consolari, evocare misure dure contro l’atto di pirateria nei confronti di una nostra nave e di nostri Militari in missione, spedisce sorridenti sottosegretari a distribuire inchini a manine giunte e paga centinaia di migliaia di euro per tacitare chi ci accusa ingiustamente di avere assassinato i propri congiunti.

Bravi algerini, fate bene il vostro lavoro di sostenere la dignità della vostra nazione, magari i nostri tecnici avessero la vostra statura morale.

Andrea Marrone

 

 

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