Usque Tandem?

16 Aprile: Ma si, fino a quando i pirati del Kerala continueranno a tenere i nostri Fucilieri di Marina in ostaggio? Probabilmente fino a quando il nostro Governo, molto attivo nel tartassare pensionati e nel beneficare le banche, li lascerà fare.

Oramai la malafede del governo del Kerala, della sua polizia corrotta e del suo sistema giudiziario inaffidabile è palese. Ricapitoliamo qualche punto della manovre indiane per giustificare il loro atto di pirateria e di terrorismo internazionale:

Secondo le dichiarazioni del commissario di polizia Shajadan Firoz nel corpo di quello che viene descritto come un innocuo pescatore, Valentine Jalestine, è stata trovata una pallottola calibro .54 pollici, ovvero 13, 9 mm.

La perizia del professor Sisikala, anatomo patologo del tribunale di Trivandum il proiettile ha una circonferenza di 2,1 centimentri alla punta, 2,4 alla base ed è lungo 3,1 cm. misure che descrivono il calibro 7,62, molto più grande del 5,56 delle armi in dotazione al Nucleo Antipirateria a bordo dell’Enrica Lexie.

Il calibro 7,62 è stato usato in passato dalle nostre Forze Armate ma la lunghezza del proiettile in quel caso era di 2,8 cm.

La lunghezza di 3,1 cm. è invece comparabile con il munizionamento calibro 7,62x54r usato, per esempio, dalla mitragliatrice di fabbricazione ex sovietica o dalle sue copie chicom, cinesi di cui sono dotate i barchini “Arrow Boat” in dotazione alla Guardia Costiera dello Sri Lanka che, per proteggere le proprie Zone Esclusive di Pesca negli ultimi anni si è resa responsabile della morte di circa 530 pescatori indiani.

Le foto scattate al peschereccio “Saint Anthony” mostrano tre fori di entrata nello scafo compatibili con una traiettoria orizzontale e uno, nel tetto dell’imbarcazione, addirittura compatibile con una traiettoria di tiro dal basso verso l’alto. La murata dell’Enrica Lexie è alta almeno 35 metri sul livello del mare.

Ci hanno anche detto che l’arma del cosiddetto delitto non si trovava, che poteva essere ancora nascosta a bordo o essere stata gettata in mare.

Andiamo poi alla notizia incredibile della dichiarazione che l’arma che avrebbe ucciso quelli che forse erano pescatori e forse no era un fucile Beretta arx160 perchè le rigature sui proiettili sarebbero compatibili con quelle prodotte da quell’arma. Quindi l’arma si sarebbe trovata, peccato che quell’arma che non sia mai stata a bordo della Enrica Lexie.

Freddy Bosco, comandante del peschereccio Saint Anthony confessa candidamente che il nome della Enrica Lexie gli è stato detto dalla polizia del Kerala e da, nel frattempo, quattro diverse versioni della sua posizione nel momento dell’attacco subito.

La guardia costiera indiana dichiara che il peschereccio è rientrato in porto alle 18:20 e, quel giorno, il tramonto a Kochi è finito alle 19:47. peccato che i filmati che riprendono il peschereccio al rientro nel porto siano state girate grazie a un riflettore per via della oscurità totale e che questi filmati riportino l’ora alle 22: 25, cioè quattro ore dopo quando dichiarato dalla guardia costiera indiana. Evidentemente questa discrepanza serva a fare collimare la posizione del peschereccio con quello della Enrica Lexie mentre, in realtà, il peschereccio si trovava a quattro ore di navigazione, cioè tra le 40 e le 60 miglia marine da quella posizione.

Il fatto poi che le autorità indiane abbiamo compiuto delle prove sparando con i fucili sottratti arbitrariamente al Governo italiano con un atto senza precedenti se non in caso di guerra, significa solo che hanno avuto la spudoratezza di procurarsi i proiettili esplosi per servirsene come prova.

Abusi su abusi e oltretutto spudoratamente falsi e usati con una arroganza senza pari.

E allora ripeto: fino a quando dovremo sopportare questa umiliazione? FIno a quando questo governicchio dei tecnici permetterà che uno stato canaglia, anzi, due, trattengano come ostaggi due nostri militari catturati mentre, in uniforme, svolgevano la loro Missione?

Come si giustifica il governicchio dal non sapere difendere e tutelare i propri Militari in servizio? Con che coraggio continuare a mandarli in Missione all’estero? E perché i politici, quelli che abbiamo eletto e che non ci siamo ritrovati a fare i maestrini e le maestrine ammonendoci che, in caso non ci sia entusiasmo per le loro angherie a favore dei grandi capitali e delle banche, allora ci abbandonerebbero al nostro triste destino di falliti, perché questi politici eletti non fanno sentire, con passione e amore di Patria, la loro voce? Perché il Presidente della Repubblica ha criticato gli striscioni che il Popolo italiano ha appeso e appende ai muri per reclamare giustizia per i nostri Fucilieri di Marina?

Se qualche Uomo politico, e la maiuscola non è un errore, volesse sposare la giusta causa per la giustizia internazionale allora quell’Uomo avrebbe tutto il nostro supporto prima, durante e dopo le elezioni. Per tutti gli altri nutriamo solo diffidenza e, in qualche caso, disprezzo.

Andrea Marrone

 

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Commenti

1 commento

  1. Egregio Direttore,

    Oggi voglio iniziare dalla fine del suo Editoriale.

    Facciamoci invece delle domande, per quale motivo il nostro Governo dei Tecnici dovrebbe essere in grado di difendere i Nostri Militari? Gli interessi dei nostri politici in questo momento coincidono con quelli del Popolo Italiano e dei Militari in particolare?

    Io personalmente penso proprio di no. Qui di Uomini con la U maiuscola in questo assurdo caso ci sono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e tutti i Nostri Militari in Missione all’Estero.

    Gli indiani come ho sempre sostenuto sono degli incompetenti in malafede.
    Basta vedere La perizia del professor Sisikala, anatomopatologo del tribunale di Trivandum che non ha indicato il calibro e la lunghezza in millimetri, come si fa di solito, ma la circonferenza in centimetri.
    Se avesse indicato le misure come di solito si fa il caso si sarebbe chiuso il giorno dopo.

    Quasi due mesi dopo gli Indiani stranamente prima sia accorgono che il calibro è differente, poi dicono che l’arma non si trova, per affermare dopo che l’arma è il fucile Beretta ARX160, arma che non era in dotazione sulla Enrica Lexie anche perché è in fase sperimentale.

    Nulla coincide ne la presunta perizia balistica che manca solo di ufficialità, ne le dichiarazione del comandate del peschereccio Saint Anthony e del suo equipaggio, ne della posizione della nostra petroliera con quella del peschereccio.

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