Vide, e credette!

Il lento risveglio della natura al quale assistiamo in questi giorni, corrisponde con un forte risveglio della fede e la Pasqua ci dà l’opportunità di vivere questa risurrezione interiore, facendo nuova esperienza diretta di Dio. Il giorno di Pasqua ascolteremo questo brano di vangelo: “Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa”.(Gv. 20,1 – 10).

Prendiamo in considerazione il momento in cui i due discepoli, corsi al sepolcro, entrano in esso e vedono le bende, il lenzuolo, ma non vedono Gesù, ed è ancora importantissima questa frasetta composta da due verbi riferita all’apostolo che entra per secondo: “vide e credette”.

Nella bibbia il verbo vedere ha un significato più ampio e indica non solo l’azione di guardare, ma soprattutto indica una esperienza. Dio lo si sperimenta, con tutte le facoltà umane e spirituali delle quali siamo dotati, perché Dio non è un’idea, un mito, un racconto del passato, ma è persona viva che ti guarda, ti accompagna, si compiace di te o si rattrista, come un buon Padre che osserva sempre il suo bambino e per sperimentare occorre decidere di entrare, decidere di credere perché la fede non è solo un sentimento, ma è soprattutto azione volontaria consapevole e libera.

E’ fondamentale considerare anche la frase successiva al vedere e credere, frase che dice così: “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura…” Comprendere non è solo sapere, come quando apprendiamo una notizia, ma è soprattutto conoscere e conoscere richiede muovere le facoltà intellettuali. Conoscere non è solo il frutto dello studio, ma è soprattutto, ancora, esperienza. Tutto questo è come un frutto che è pronto e chiede solo di essere raccolto, allora tocca noi voler entrare e conoscere Gesù, Figlio di Dio, in tutta la sua essenza; troppo spesso ci fermiamo a poche nozioni sulla fede, occorre molto di più e tutto questo ci porta a vera risurrezione, a vera elevazione dell’anima che, per natura sua, è fatta per arrivare in alto, là dove Dio l’attende. Quando il genere umano comincerà a considerare Dio come il bene necessario e indispensabile, la persona della quale non si può fare a meno, allora davvero comincerà a cambiare qualcosa nella convivenza umana e cambierà tutto, perché la fede dà vita ad ogni cosa e la cambia, anche le cose materiali o quelle che noi chiamiamo profane, ma nulla è profano per chi crede, perché ogni cosa rientra nel progetto di Dio, tranne il peccato che è l’unica cosa incompatibile con Dio. Ma quando finalmente cominceremo a scegliere Dio?

Santa Pasqua a tutti.

Don Alessandro.

 

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