25 Novembre 2015: FONTE -Unione Stella d’Italia-
Sugli attentati di Parigi del 13 novembre scorso avrei potuto scrivere il mio pensiero nei giorni a seguire, ma sono sicuro che facendolo sull’onda emotiva – che non è mai razionale – alimentata dalla televisione, magari avrei potuto scrivere cose ovvie, piangere anche io le vittime al comando delle varie Barbare D’Urso sparse in ogni canale televisivo e farmi influenzare dai vari tuttologi che in quei giorni affollavano le varie trasmissioni. Un attacco terroristico come quello avvenuto a Parigi provoca paura subito, odio e diffidenza verso siriani, mediorientali mussulmani dopo.
Ho invece voluto aspettare una decina di giorni gli sviluppi della vicenda per capire meglio la situazione e sviluppare e articolare un pensiero più freddo e indipendente.
Premetto che, non svolgendo la professione di analista di intelligence, quanto di seguito scriverò sarà solo frutto della mia interpretazione personale dei fatti che si sono succeduti, interpretazione che può essere confutata e smentita da chiunque ne senta la necessità, anzi invito i lettori a farlo. Sarebbe per me cosa gradita.
Ebbene, analizziamo quanto è successo, o meglio quanto i media ci dicono che sia successo a Parigi venerdi 13 (!) novembre. La notizia (semplificata al massimo) riportava di una serie di attentati in vari punti della città in cui sono morte 129 persone per mano dei terroristi islamici legati all’inesistente neonato, fino a qualche mese fa sconosciuto, Stato Islamico meglio conosciuto come ISIS. Oltre ai 129 morti l’azione terroristica avrebbe causato circa 300 feriti di cui 99 gravissimi. Augurando una pronta guarigione a tutti, mi ha colpito il fatto che a circa 10 giorni dal triste evento nessuno dei 99 feriti gravissimi è deceduto. Si sono ripresi tutti o almeno nessuna fonte di informazione ne ha più parlato.
Altra notizia. Vicino o addosso ad uno dei terroristi è stato trovato un passaporto siriano. Il ritrovamento di passaporti a seguito di attacchi terroristici sta diventando una costante (quasi comica!): gli autori della strage perpetrata ai danni del giornale satirico Charlie Hebdo sbadatamente hanno dimenticato i loro passaporti nel cassetto di cortesia dell’auto utilizzata per gli spostamenti; nell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 alle torri gemelle di New York tra le macerie ancora fumanti sono stati trovati due passaporti di proprietà degli autori della strage; ora altro attacco altro passaporto! Pare che conditio sine qua non per essere un buon terrorista e commettere attentati con successo sia portare con sé il proprio passaporto. Altra notizia. L’unico autore della strage di Parigi ancora vivo, tale Salah Abdeslam, pare stia scorazzando tra Parigi e Bruxelles quasi indisturbato: le autorità belghe hanno praticamente bloccato la vita della capitale intensificando i controlli di polizia che hanno portato all’arresto di 21 persone, 20 delle quali subito rilasciate. Ma l’altro ieri, il 22 novembre, si è avuto un colpo di scena: a Montruge periferia sud di Parigi, in un cassonetto dell’immondizia (così riportava la notizia) è stato ritrovato un cinturone esplosivo presumibilmente appartenete al fuggitivo Salah. A questo punto le cose sono due: o Salah è a Parigi (mentre lo cercano in Belgio) o il servizio di raccolta della nettezza urbana parigino non passa a svuotare i cassonetti da circa 10 giorni (quando Salah sicuramente si trovava a Parigi per commettere l’attentato). Detto questo sono sicuro che le forze dell’ordine francesi/belghe riusciranno a prendere il fuggitivo.
Questi pochi indizi e poche informazioni (come sempre magistralmente orchestrate e manipolate dai soliti media illuminati) mi hanno fatto pensare che forse, e sottolineo forse, la verità è diversa da come il pensiero unico ci vorrebbe far credere.
Ora provo a far coincidere un po’ di cose. 1) Il giorno 14 novembre il presidente iraniano Rouhani si sarebbe dovuto recare in Europa (Roma) per provare a riallacciare i rapporti diplomatici con il Vecchio Continente. L’Iran è il nemico giurato degli USA, Arabia Saudita, Israele ma sopratutto dell’ISIS. Il viaggio di Rouhani è stato annullato. 2) La Francia ultimamente stava iniziando una più stretta collaborazione con la Russia per coordinare meglio le azioni delle rispettive forze aeree contro le postazioni terroristiche. Magari in un futuro prossimo la Francia si sarebbe fatta promotrice di iniziative volte all’allentamento dell’embargo contro la Russia. Avvertimento? Ma la prova maestra che dimostra chiaramente che gli USA e i suoi paggetti, Arabia Saudita e affini (Qatar, Emirati Arabi Uniti) e Israele vogliono quella zona del mondo fortemente instabile è arrivata ieri: 3) un Sukhoi 24 russo è stato abbattuto dai caccia dell’aviazione turca (la Turchia è un paggetto degli USA anche se molto influente nella zona) perché a loro dire stava sorvolando il loro spazio aereo. Ricordo che la Russia è l’unica Nazione al mondo che, avendo preso sul serio la lotta contro l’ISIS, sta conducendo con successo azioni militari tali da destare serie preoccupazioni ai vertici del Pentagono. La Russia si è vista abbattere un aereo civile sui cieli del Sinai: 220 persone sono decedute – in numero ben maggiore che in Francia – senza che per questo nessun opinionista desse l’ordine di disperarsi. Putin nello scorso G20 tenutosi proprio in Turchia ha affermato che il terrorismo è finanziato anche da paesi che erano lì presenti. Tempo pochi giorni e le sue affermazioni sono state confermate dai fatti.
Con l’abbattimento dell’aereo russo di ieri si è chiarito tutto, ammesso che ce ne fosse ancora bisogno: alla NATO non piace chi combatte l’ISIS. La Russia in quella zona del mondo turba il sonno a troppi stati: la Turchia, oltre ad avere mire di influenza se non espansionistiche nella zona, compra il petrolio dall’ISIS facendo affari d’oro e supportandolo nella lotta contro gli odiati curdi; gli USA vogliono controllare il petrolio della zona; Arabia Saudita, mondo arabo sunnita e Israele temono che la Russia possa agevolare la crescita sia economica, che diplomatica e militare dell’Iran (sciita) considerato il male assoluto del mondo. Ovviamente neanche la Russia è lì per beneficienza: ambisce allo sbocco al mare Mediterraneo, cerca di non perdere le basi militari in Siria e punta a frenare l’espansionismo “occidentale”. Attenzione che in soccorso di Russia e Iran potrebbe arrivare un piccolo ed insignificante staterello che, possedendo una buona percentuale del debito pubblico americano, potrebbe fare seri danni senza sparare un solo colpo di pistola: la Cina. Volutamente in questa superficiale e breve analisi non ho preso in considerazione il ruolo avuto da quegli incapaci di USA nell’area medio e orientale del pianeta che con i suoi (apparenti) errori ha creato tutte le condizioni per la nascita dell’ISIS. Attendiamo dall’abbattimento russo sviluppi ma non prevedo niente di buono.
Non entro nel merito della questione mussulmana e sullo scontro tra civiltà, anche se è un dato di fatto che le vittime più numerose dell’integralismo mussulmano si registrano tra gli stessi mussulmani. Secondo me se proprio di guerra di religione si deve parlare, la guerra in corso è tra islam e islam. Nei giorni scorsi il nostro Presidente Andrea Marrone ha fatto una serie di precise disamine storiche sull’islam, evidenziando la sua volontà e inclinazione ad invadere l’infedele Europa per sottometterci. Condivido quanto da lui scritto anche se sono sicuro che, data la pochezza e inconsistenza culturale della nostra società in piena decadenza (per noi occidentali è di primaria importanza la questione gender, ridicolizzare la famiglia tradizionale, calpestare la nostra religione, le nostre usanze), qualunque ideologia o religione anche induista o animista decidesse di sottometterci, ce la farebbe senza troppa fatica. Come ho già detto in altre occasioni, non sono i mussulmani ad essere forti, siamo noi occidentali ad essere culturalmente troppo deboli. Per questo in Europa ci devono stare gli europei di religione cristiana e in Africa e medio oriente ci devono stare i mussulmani. Se invece lasciamo che ci siano, come a Parigi, interi quartieri dove la lingua ufficiale è l’arabo, l’unica religione professata è l’islam e lo Stato ha perso il controllo del territorio, allora non ci lamentiamo se nascono individui che, se ben istruiti e lasciati liberamente operare, commettono quello che abbiamo visto. E, come se tutto questo non bastasse, ci stiamo impegnando a far entrare nei nostri territori ancora altri immigrati quasi tutti di religione islamica.
Emanuele LAINA