LA RAPPRESENTATIVITA’ PARLAMENTARE

07 Settembre 2020: FONTE – Movimento Conservatore Stella d’Italia-

 

Finalmente alle urne! Domenica 20 e lunedì 21 settembre gli italiani saranno chiamati a esprimersi sul referendum costituzionale avente ad oggetto la riduzione del numero dei parlamentari che passerebbero dagli attuali 315 a 200 senatori e da 600 a 400 deputati.

Il referendum è stato indetto per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” già approvata dal Parlamento all’inizio di ottobre 2019 con il voto favorevole praticamente di tutti i partiti e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019» – https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2019/10/12/240/sg/pdf-

La riforma costituzionale è stata portata avanti e sostenuta principalmente dal Movimento 5 Stalle come parte della sua lunga campagna “anti-casta” quando ancora pensavano di esserne estranei  ma in realtà quasi tutti i grandi partiti hanno mostrato interesse o simpatia per gli stessi temi.

Chi sostiene il NO afferma che una riduzione dei parlamentari potrebbe compromettere la funzione primaria della rappresentatività parlamentare vitale in una democrazia rappresentativa. In quasi tutti i maggiori stati democratici del mondo il popolo elegge i membri di un parlamento che da esso viene rappresentato. Ho quindi fatto una breve ricerca per comparare il numero dei parlamentari di alcuni Paesi per capire se una rappresentatività più diffusa porta benefici alla popolazione.

Ecco i risultati.

STATO MEMBRI  CAMERA “ALTA” MEMBRI CAMERA “BASSA” TOT  ABITANTI ABITANTI /PARLAMENTARI
GERMANIA BUNDESRATt: 69 BUNDESTAG: 709 778 82.366.300 105.869
SPAGNA SENATO:265 CONGRESSO DEI DEPUTATI: 350 615 47.100.396 76.586
FRANCIA SENATO: 348 ASSEMBLEA NAZIONALE: 577 925 68.303.234 73.841
REGNO UNITO CAMERA DEI LORD: 772 CAMERA DEI COMUNI: 650 1.422 67.545.757 47.500
U.S.A. SENATO: 100 CAM. DEI RAPPRESENTANTI: 435 535 329.311.764 615.536
RUSSIA CONS. DELLA FEDERAZIONE: 170 DUMA DI STATO: 450 620 147.003.104 237.101
ITALIA SENATO: 320 CAMERA: 630 950 60.238.522 63.409
PIEMONTE CONSIGLIO REGIONALE:51 51 4.341.375 85.125
LOMBARDIA CONSIGLIO REGIONALE: 78 78 10.103.969 129.538
LIGURIA CONSIGLIO REGIONALE: 31 31 1.550.640 50.020
SICILIA ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA:70 70 4.969.147 70.988
TORINO CONSIGLIO COMUNALE: 40 40 870.952 21.774
MILANO CONSIGLIO COMUNALE: 50 50 1.396.059 27.921
LA SPEZIA CONSIGLIO COMUNALE: 32 33 93.347 2.829
ROMA CONSIGLIO COMUNALE: 48 48 2.837.332 59.111
CROTONE CONSIGLIO COMUNALE: 31 31 65.373 2.109

Attualmente un parlamentare italiano (per semplificare ho unificato senatori e onorevoli) rappresenta 63.409 connazionali, il suo collega francese ne rappresenta 73.841, lo spagnolo 76.586; il tedesco 105.869 e lo statunitense 615.536. Parrebbe che in Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti non ci sia una emergenza democratica, i diritti fondamentali dell’uomo sarebbero garantiti (al netto degli ultimi eventi causati dalla fantomatica pandemia generata dal Covid -19), l’economia bene o male assicura un certo benessere e la popolazione sembrerebbe felice nonostante che sulle spalle dei loro parlamentari gravi un “peso” maggiore rispetto agli onorevoli e senatori nostrani. Se fosse approvata la legge il numero di italiani rappresentati da ogni parlamentare sarebbe 100.397 quasi come la Germania.

Ho analizzato poi il fenomeno della rappresentatività democratica a livello regionale prendendo 4 regioni italiane a caso: un consigliere regionale lombardo rappresenta 129.538 corregionali; un ligure ne rappresenta solo 50.020. Il consigliere regionale ligure ha quindi meno responsabilità? Visto che si deve “occupare” di meno persone avrà più tempo libero? E perché la Lombardia che conta 10.000.000 abitanti ha quasi lo stesso numero di consiglieri della Sicilia che di abitanti ne ha la metà. I siciliani sono meglio rappresentati nell’ Assemblea Regionale Siciliana, quindi i loro interessi meglio tutelati?

Già che c’ero ho osservato il fenomeno della rappresentatività democratica a livello locale prendendo 5 città italiane a caso: un consigliere comunale torinese rappresenta 21.774 concittadini 10 volte in più del suo collega crotonese; un consigliere comunale romano rappresenta 59.111 concittadini quasi il doppio del suo collega milanese. Il consiglio comunale di La Spezia poi conta un numero di consiglieri maggiore del consiglio regionale della Liguria!

Cosa ho capito? Ho capito che il numero dei membri che si occupano del potere legislativo (a qualunque livello) non è determinante per una buona salute della democrazia rappresentativa che regge bene anche quando il numero dei rappresentanti degli interessi dei cittadini è “modesto”. Ho capito che più di quantità si necessita di qualità. Ho capito che in Italia bisogna cambiare la legge elettorale (ammesso che in futuro il diritto di voto si possa esercitare) in modo da permettere al cittadino di scegliere il candidato da mandare in parlamento (o nei vari consigli) togliendo questa funzione alle segreterie dei partiti. Ho capito che la democrazia ha un costo che bisogna necessariamente abbattere: con la riduzione dei parlamentari si risparmierebbero forse 81,6 milioni di euro ogni anno -ben lontane da quanto sostenuto da Luigi Di Maio, secondo il quale dal taglio dei costi dei parlamentari avremmo potuto ricavare 100 milioni di euro – che, rapportato al nostro debito pubblico, significa lo 0,005% e un seicentesimo scarso di quanto spende l’Italia ogni anno solo di interessi sul debito stesso. Si potrebbe obbiettare che per risparmiare soldi invece di tagliare il numero di parlamentari si potrebbero tagliare gli stipendi dei parlamentari, ma qui siamo nella fantascienza: non succederà mai.

Molte cose sono state dette e scritte a favore del No e del SI. Io penso che se dovesse vincere la corrente favorevole all’entrata in vigore della legge nulla cambierebbe nella vita democratica del Paese, credo però che se proprio si sentiva la necessità di fare un riforma costituzionale si sarebbe potuto intervenire per rimediare all’anomalia tutta Italiana -che ci differenzia dagli altri Paesi- che vede attribuire le identiche competenze alle due camere rallentando così il procedimento legislativo ma questo implicherebbe già il possesso di conoscenze e capacità non alla portata degli attuali parlamentari.

 

Emanuele LAINA

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