Geopolitica da bar

15 Maggio 2019: FONTE -Unione Stella d’Italia-

E’ risaputo che noi italiani siamo grandissimi politici, allenatori di calcio e tuttologi da bar o da poltrona del barbiere e quindi oggi mi sento anche io di dire due parole sulla romantica “Via della Seta” che ci riporta al Milione di Marco Polo, ai viaggi di Giovanni da Pian del Carpine, alla seta del Catai.

Devo fare una doverosa premessa: dei pochi amici intimi che ho tre sono cinesi, uno abita a Taiwan, l’altro a Hong Kong e il terzo in Australia. Sono un ammiratore della cultura cinese e della sua storia e, avendo passata una ventina d’anni in Asia, ritengo di avere una sia pur marginale conoscenza della Cina contemporanea.

Mi chiedo quindi se tutto questo timore nei confronti del colosso economico cinese sia giustificato o se non sia solo un ennesimo prepotente tentativo americano di imporre i loro interessi ai nostri.

Guardiamo con attenzione alla Cina, paese che ha mantenuto l’apparato iconografico del comunismo ma che ha, di fatto, restaurato l’impero e abbracciato una forma di capitalismo particolarmente dinamico.

Per prima cosa dobbiamo notare che il popolo cinese non è un popolo aggressivo. Sono grandi lavoratori, eccellenti uomini d’affari, gente pragmatica e capace.

Le loro capacità militari, sulla carta imponenti, mi lasciano alquanto perplesso visto che ricordo bene quando nel 1979 Pechino decise che i loro protetti vietnamiti andassero puniti e invasero il paese confinante, dopo una serie di imbarazzanti sconfitte stabilirono, sempre con il loro noto pragmatismo, di dichiarare che il loro scopo era stato raggiunto e che quindi potevano ritirarsi mantenendo salvo l’onore.

Precedentemente c’erano state scaramucce con i sovietici, la guerra di Corea e dei micro conflitti incentrati sulla proprietà delle isole Spratly, degli scogli intorno ai quali però c’è il petrolio. In tutte quelle occasioni l’esercito popolare cinese (PLA) non ha brillato per competenza o risolutezza.

Dobbiamo quindi credere che la Cina sia un paese disarmato? No certo che no, è un paese potentemente armato ma diciamo che si tratta di un gigante potentemente armato ma tendenzialmente pacifico.

Confrontiamoli con gli americani, paese potentemente armato e potentemente aggressivo, un paese che ha destabilizzato il mondo arabo, che ha rovesciato decine di governi, che ha messo lo zampino ovunque ci fosse da difendere non un impero terrestre ma un impero economico.

A me francamente la Cina non impensierisce, sono certo che i nuovi ricchi cinesi, che sono centinaia di milioni, sono ben felici di comprare generi di lusso europei e di bere i nostri vini pregiati. Se poi ci rifileranno le loro merci di qualità infima in cambia beh, pazienza, abbiamo i nostri poveri a cui queste merci inferiori fanno comodo visto che grazie alle politiche dell’Unione Europea non possono permettersi di meglio.

Ma la Cina non esporta più solo prodotti da un euro, magari tossici. Io uso un telefono cinese e lo reputo migliore di quelli prodotti negli Stati Uniti o in Corea. La Cina è oggi una grande potenza tecnologica ed è lì che gli americani si incazzano, si sentono minacciati nel loro predominio tecnologico, industriale e economico.

Ma a noi che siamo andati già contro i nostri interessi avallando le ridicole sanzioni alla Russia, un paese che invece è amico dell’Italia, a noi conviene baciare ancora la pantofola americana e rinunciare a un rapporto privilegiato con un paese con cui abbiamo più punti in comune che differenze?

Italia e Cina sono portatori di una grande cultura, fari di civiltà nel mondo. entrambe i popoli sono lavoratori, intraprendenti, amanti della famiglia, casinisti, amanti della buona tavola e poco propensi a farsi ammazzare in guerra.

Sarebbe ora di smettere di guardare agli Stati Uniti come a una potenza amica e riconoscere che dalla fine della guerra in poi abbiamo pagato loro un pesante pedaggio per la democrazia che hanno portato in Italia. Ora abbiamo delle alternative, abbiamo potenze che non ci considererebbero delle colonie economiche, la Russia e la Cina non sono nostre nemiche, non ci impongono nulla, non si immischiano nei nostri affari interni e non pretendono di insegnarci a stare al mondo. Vogliono solo fare affari con noi…vi sembra poco?

Andrea Marrone

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