I CORRETTIVI AL POTERE

03 Dicembre 2018: FONTE -Unione Stella d’Italia-

La Francia brucia e la benzina che alimenta la protesta popolare è l’arroganza del potere impersonificata dall’idolo delle sinistre europee Macron. La sua grande visione autocratica si è scontrata non con una forza politica organizzata ma con il popolo francese e questa protesta si sta ampliando, sta superando i confini della Francia con conseguenze difficilmente prevedibili. Potrebbe sciogliersi nell’indifferenza come il movimento dei forconi in Italia oppure potrebbe espandersi ancora e andare a scuotere la sempre più traballante sede imperiale di Bruxelles.

Ovviamente la tipica risposta della sinistra al potere è quella dell’arma giudiziaria, della repressione poliziesca, delle minacce che arrivano dopo le inutili e vuote blandizie. Dovrebbe però chiedersi Macron fino a che punto i suoi gendarmi obbediranno. In Italia durante la stagione dei forconi ci sono stati segnali inequivocabili della riluttanza delle Forze dell’Ordine nel reprimere con la violenza le manifestazioni e tutto mi fa pensare che anche le altre polizie europee non siano proprio ansiose di difendere chi ha manifestatamente perso il consenso popolare.

La luna di miele del Popolo italiano verso il governo attuale sembra impedire il dilagare della protesta anche al di qua delle Alpi ma non c’è dubbio che il cosiddetto “governo del cambiamento” stia rasentando l’implosione con una velocità crescente.

Da una parte abbiamo la Lega che prende consensi crescenti e che interpreta esattamente quello che oggi vuole il Popolo italiano al netto della minoranza radical-chic che sta ancora decidendo se saltare sul carro vincente o se rimanere su quello condannato dalla storia in attesa di un improbabile ritorno in auge dei micro-Macron italiani; dall’altra abbiamo la variegata galassia extraterrestre dei Cinque Stelle dove la lotta di potere in atto è evidente.

Il presidente della Camera sembra essere il capofila della fronda, forse in attesa del rientro dalla gita scolastica centroamericana del Che Guevara de noartri, Di Battista che, astutamente, sembra attendere il momento propizio per rientrare e porsi alla guida del movimento spingendo la barra del timone decisamente a sinistra.

Non più una sinistra affarista e losca come abbiamo visto ultimamente ma una ancora più pericolosa, la sinistra radicalizzata, giustizialista, retrograda dei duri e puri che oppongono il loro vigoroso niet a tutto quello che odora di progresso, alle infrastrutture, all’economia, alla tecnologia. La loro è una visione cambogiana di un idilliaco ritorno alla campagna degli aratri di legno, del biologico estremo, quello della mela con il vermetto.

Beh, la consolazione è che i gilet gialli francesi hanno dimostrato che esistono correttivi al potere, che non basta trincerarsi dietro a giudici e gendarmi perché un governo possa impunemente reprimere le giuste istanze popolari e questo dovrebbe fare riflettere, cosa abbastanza difficile e probabilmente fuori dalla portata della gauche grillina.

Prima però di arrivare ai gilet gialli, magari forniti anche di forconi, sarebbe molto meglio che i vituperati “benpensanti”, quelli che ragionano con la diligenza e attenzione del “buon padre di famiglia”, quelli rispettosi di regole ma amanti della libertà si mettano in gioco e facciano sentire, democraticamente ma fermamente, la loro voce.

Andrea Marrone

 

 

Condividi

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sponsor

Articoli correlati