Il nostro orrore di breve durata

23 Maggio 2017: FONTE -Unione Stella d’Italia-

L’ultima dose di orrore è una strage di adolescenti a un concerto della loro cantante-bambina preferita. Indubbiamente siamo tutti disgustati, arrabbiati e inorriditi ed è giusto che sia così, ci mancherebbe altro. Quello che bisogna chiedersi è che durata ha l’indignazione e il senso di lutto. Quanto ci metteremo a dimenticare? Chiediamocelo.

Chiediamoci se ci ricordiamo dei morti fucilati del Bataclan a Parigi, degli schiacciati da un camion, degli sgozzati, degli accoltellati in nome di una ideologia criminale e maledetta che prevede l’immolazione del carnefice scelto accuratamente tra i reietti, i piccoli delinquenti, gli scarti della società?

Chiediamoci anche perché questi disadattati non desiderino altro che morire seminando atroci lutti, disadattati a cui viene dato l’onorevole nome di Kamikaze che non meritano affatto, meritano solo di essere dimenticati, di fare sì che il loro “sacrificio” sia altrettanto inutile delle loro inutili vite.

Che cosa la nostra società, la nostra civiltà europea fa o non fa per generare questi mostri? Dobbiamo genericamente dare la colpa a una religione straniera o agli stranieri che generosamente andiamo a prelevare davanti alle coste africane? Non faremmo meglio a cercare di capire che cosa non rende più la nostra civiltà, il nostro modo di vivere un modello a cui ambire, un obiettivo da raggiungere per gli immigrati e i loro figli?

Forse, e lo dico sommessamente, bisognerebbe lavorare sui valori che sono stati diluiti dalla preponderante attenzione alla ricerca del benessere economico come se il denaro potesse comprare gli amori, le aspirazioni, la felicità. Il dio denaro ha sostituito qualsiasi altro valore e l’uomo europeo è misurato dalla società solo in base al suo reddito e ai prodotti che può esibire come simboli di questo reddito.

Non è difficile pensare che per chi arriva di recente in Europa questo modo di pensare e di vivere possa essere ritenuto degenerato e pericoloso.

Urge quindi contrastare l’orrore non solo con i gessetti colorati e le letterine sui luoghi delle stragi, non solo con il rafforzamento degli strumenti di polizia e di intelligence ma con una profonda riflessione su quello che è stata l’Europa, faro di civiltà in passato, su quello che è ora e su quello che dovrà essere domani. Se non rifonderemo una cultura europea incentrata sull’uomo e non sul denaro non avremo scampo, faremo la fine di tutte le grandi civiltà tramontate della storia, spazzati via e sostituiti.

Andrea Marrone

 

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