GdF Trieste: smantellato traffico internazionale di cocaina

07 Febbraio 2017: FONTE – Guardia di Finanza Comando Provinciale Trieste –

Dalle prime ore di questa mattina, nel l ’ambi to dell’operazione «mission», 50 Finanzieri dei Comandi Provinciali Trieste e Pordenone della Guardia di Finanza, coadiuvati dal fiuto di unità cinofile di Udine, stanno eseguendo 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere – emesse dal G.I.P. di Pordenone, ad esito di indagini di rette dalla locale Procura – nei confronti di una organizzazione di trafficanti internazionali di cocaina con base nella città di Pordenone.

I militar i stanno procedendo – tra le province di Pordenone e Treviso – anche a una serie di perquisizioni a carico di diversi responsabili e alla esecuzione di 2 di obblighi di dimora.

Fino ad oggi, le indagini del le Fiamme Gialle di Trieste hanno già consegnato alla giustizia 11 persone tra corrieri e complici e consentito di sequestrare 2.300 grammi di cocaina (par i a 3.500 dosi per un valore di circa 270.000 euro), 250 grammi di mannitolo (sostanza da taglio), 7.000 euro in contanti e un’automobile utilizzata dai criminali.

I corposi elementi probatori raccolti dalla Guardia di Finanza hanno permesso di scoprire l’esistenza di un florido e collaudato traffico internazionale di cocaina proveniente dalla Spagna e destinata al Friuli Venezia Giulia, gestito da una organizzazione di malavitosi composta da cittadini dominicani ed italiani residenti nelle provincie di Udine, Pordenone e Treviso.

Le menti del traffico si avvalevano di corrieri ovulatori (bodypackers), reclutati tra propri parenti  connazionali (per questo particolarmente «devoti» ai capi), che dovevano far arrivare la micidiale polvere bianca a Pordenone, al ternando l’utilizzo di aereo, treno, pullman, auto, allo scopo di disorientare gli investigatori.

I corrieri della “morte bianca” giunti in Friuli venivano sistemati in luoghi sicuri dove espellevano gli ovuli di cocaina ingeriti (involucri di lattice del peso di 1 grammo che avvolgono 10 grammi di cocaina), immediatamente poi immessa nella “rete” di spaccio locale.

Figure centrali della banda dei trafficanti, due caraibici che avevano le missioni più importanti da perseguire: l’approvvigionamento della “polvere bianca” in territorio iberico e l’addestramento di insospettabili corrieri: tra questi tre donne caraibiche, una delle quali ultrasessantenne.

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