Burkini e dintorni

19 Agosto 2016: FONTE -Unione Stella d’Italia-

“La Francia rivendica con fermezza i valori della civiltà europea […]”. Inizia così il pensiero del nostro Presidente Andrea Marrone nell’articolo di ieri.  Questa volta però non sono d’accordo con lui e spiego perché: la Francia (e l’Europa tutta) ormai è fuori tempo massimo per rivendicare con fermezza qualunque tipo di valore della civiltà europea. Nel 2009 è entrata in vigore in tutti gli stati membri la Costituzione Europea nella quale sono stati omessi gli elementi più preziosi e prestigiosi dell’identità culturale europea, gli elementi che definiscono l’Europa come tale: le radici cristiane e l’eredità greco-romana. Per non urtare la sensibilità di qualche minoranza o per seguire la volontà dei soliti padroni illuminati si è deciso che i principi a cui si ispira la carta costituzionale si dovessero trovare nell’illuminismo e nella rivoluzione francese di matrice giacobina. Il risultato è che gli unici valori che oggi l’Europa può esprimere sono quelli presenti nei depositi bancari e azionari. Ormai né la Francia né nessuna altra nazione può rivendicare alcun tipo di valore. E non sarà di certo il “cosiddetto burkini, cioè l’ammasso di stracci che le fanatiche islamiche indossano facendo il bagno” al mare sulle stesse spiagge in cui è nata la moda del bikini, a far trovare o esumare i valori che la stessa classe politica ha deciso di sotterrare. Se vedere donne in burkini (a mio parere, una “geniale” trovata del business della moda)  in spiaggia o per le strade delle località di mare è disdicevole, lo è altrettanto vedere certe donne con fisici non proprio da fotomodelle, ma che si atteggiano a tali, indossare (o in alcuni casi non indossare) microcostumi. Io personalmente in alcuni casi renderei obbligatorio l’uso del burka per coprire certe oscenità che in nome della libertà dobbiamo vedere: trippe cadenti, seni sfioriti al vento e pelle inflaccidita non possono rappresentare i valori occidentali, almeno non rappresentano i miei. 

Il primo ministro francese Valls ha affermato: “ il burkini non è compatibile con i valori della Francia e della Repubblica”. Caro primo ministro, tu e i tuoi predecessori con la vostra politica estera, causa della situazione di totale caos creatosi in nord Africa e Medio Oriente alla base della nascita di movimenti integralisti, quando acconsentivi e incentivavi a riempire la tua nazione di immigrati islamici, concedendo loro sia la cittadinanza sia interi quartieri dove i controlli da parte delle forze dell’ordine erano assenti e dove le moschee crescevano come funghi, quando hai permesso a questi nuovi francesi  (tra i quali anche soggetti considerati potenziali terroristi) di scorrazzare liberamente tra la Francia e il paese di origine o le zone di guerra, quando hai permesso che (a puro titolo di esempio)  la Nazionale francese di calcio fosse formata per 3/4 da giocatori di origine africana, hai seguito una politica in linea con i valori della Repubblica? Se la risposta è sì allora devi tollerare anche il burkini nelle spiagge, se la risposta è no devi subito invertire la rotta delle scelte politiche in modo che la Francia torni ai francesi, anche se, come ho detto prima, secondo me fuori tempo massimo.

Il mio pensiero sulla questione immigrazione di religione islamica è semplice: Islam e civiltà europea sono incompatibili, quindi gli islamici non possono e non  devono stare in Europa. 

È doveroso però un pensiero sul fatto che le donne di religione islamiche abbiano l’obbligo di coprirsi dalla testa ai piedi e che tale pratica sia da noi italiani considerata come una costrizione che  “denota segregazione, inferiorità, ostentazione di un credo illiberale ed aggressivo, intollerante e retrivo”. Bene, io sono nato e cresciuto in Piemonte, ma sono “terrone” di origine e non ho mai perso il contatto con le regioni di origine dei miei genitori: mi ricordo perfettamente che quando andavo a “lu paisiello” (in un passato non molto remoto) vedevo per strada donne con il capo coperto da un fazzoletto. C’era l’obbligo di coprire il capo e le spalle quando si entrava in chiesa, senza parlare dell’abbigliamento indossato dalle donne in segno di elaborazione sociale del lutto per la morte di un caro. E non mi risulta che nessuna donna abbia denunciato il proprio abbigliamento come segno di “segregazione, inferiorità, ostentazione di un credo illiberale ed aggressivo, intollerante e retrivo”, né che sia esistita alcuna ordinanza sindacale in merito. Ancora oggi al centro Sardegna capita di incontrare vedove in abito tradizionale nero con il capo coperto. Le nostre suore, per contraddistinguersi come appartenenti ad un ordine religioso, si coprono il capo.

Il governo italiano invece come si pone davanti alla possibilità ci concedere o revocare nuovi diritti  a coloro che non sono “normalmente italiani”? Il responsabile dell’invasione dell’Italia in merito alla questione burka/burkini ha blaterato: “dico no alle provocazioni capaci di attirare attentati”. Quindi con una triste motivazione inventata sul momento il signor ministro ha detto SI alla concessione di diritti ai non “normalmente italiani” (= figli di italiani, bianchi, eterosessuali, cattolici, sposati, genitori di prole nata secondo le normali regole della natura, lavoratori o studenti e grandi pagatori di tasse e tributi) perché se solo dicesse di NO ad uno dei diritti reclamati dagli immigrati ed islamici, questi potrebbero prenderla male e farci un attentato: che continuino pure a fare quello che gli pare. Bravo Angelino!!! Evito ovviamente di commentare oltre.

A me non fanno tanta paura i terroristi e i loro attentati: a me fa paura questa massa di stupidi nemici dell’Italia e del popolo che gli assicura lo stipendio.  Nemici che ci governano, che prendono decisioni, che influenzano il pensiero dominate e l’opinione pubblica con il solo scopo di affossare la nostra Patria, non capendo cosa sarà l’Italia tra 20 anni. Considerato che nessuno degli immigrati che ogni giorno arriva in Italia se ne andrà mai e chiederà sempre più diritti che gli verranno concessi, la situazione è già tragica. A me fa più paura una Boldrini, un Renzi, un Alfano, un intellettuale di sinistra che pontifica sull’accoglienza, un papa Francesco, che un Abdullah o un Mustafà.

Non vedo,  come Andrea, questo risveglio dell’Europa, né, tantomeno, vedo  un futuro prossimo in cui l’attuale  classe politica italiana, gli intellettuali e i vari pensatori possano sparire, ma concordo con lui sul fatto che gli stessi abbiano “ridotto a un immenso campo profughi privo di regole e controlli” la nostra Italia.

Emanuele LAINA

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