Tra ipocrisia e idiozia

02 Luglio 2016: FONTE -Unione Stella d’Italia News-

Pare che recuperare, in acque internazionali, un peschereccio carico di cadaveri di clandestini sia stata una operazione che ha riempito di orgoglio il nostro presidente del consiglio. Di sicuro ha riempito l’Italia di debiti, pare dieci milioni di euro e, per quello che so delle operazioni di recupero di relitti in mare, mi sembrano anche pochi. Ma la follia non è finita, i cadaveri recuperati saranno esaminati, uno per uno e il loro DNA confrontato con quello dei loro presunti partenti in Africa. Sarà così possibile, per qualcuno di loro, a prezzo di enormi costi per l’Italia, dare un nome a quei poveracci.

Possibile che nessuno abbia predisposto una commissione di inchiesta che incrimini chi ha ordito questo colossale spreco di denaro pubblico in un paese che lesina sulle cure mediche, che non è in grado di erogare pensioni minime decenti, che vessa i suo cittadini con tassazioni fuori controllo?

Capisco il tentare di salvare delle persone in mare, anche se è indubbio che l’Italia stia esagerando visto che gli scafisti appena sono a poche miglia al largo delle coste libiche, usando sofisticati e costosi telefoni satellitari, chiamano la nostra Marina perché collabori gratuitamente a finire il lavoro per cui gli scafisti stessi sono stati lautamente pagati.

E così, oltre a pagare fior di milioni per riprendersi due decerebrate catturate, o consegnatesi, ai terroristi islamisti ora finanziamo il terrorismo anche così, prestando un indispensabile supporto agli scafisti.

E poi tutti giù a piangere perché gli islamisti ci uccidono in Bangladesh e proclamano che uccideranno noi, le nostre famiglie, i nostri figli persino nei nostri sogni. In fin dei conti perché biasimarli, uccidere degli idioti che finanziano i loro assassini è perfettamente coerente, se poi lo si fa in nome di allah e del suo falso profeta maometto allora è anche meritorio.

Chiedo scusa alla nostra Marina, per cui ho stima e rispetto e chi mi conosce lo sa bene, ma non pubblicheremo più notizie riguardanti le operazioni di trasporto clandestini per conto degli islamisti e condanniamo nella maniera più netta l’abnorme operazione volta a recuperare l’imbarcazione affondata non nelle nostre acque territoriali per la ridicola pretesa umanitaria di dare un nome ai morti.

Sono morti e ce ne dispiace, il peschereccio su cui, volontariamente, hanno intrapreso un viaggio mortale poteva essere la loro tomba collettiva e rimanere indisturbato sul fondo del mare, violare quella tomba non è un atto meritorio, è un gesto senza senso che dimostra tutto il disprezzo di una classe politica imbelle e dannosa per il benessere del popolo italiano.

Anziché inorgoglirsi il presidente del consiglio dovrebbe tacere e vergognarsi.

Andrea Marrone

Il 30 giugno 2016 presso il “Pontile Marina Militare di Melilli” (SR) del Comando Marittimo Sicilia si è svolta la conferenza stampa indetta dal Ministero della Difesa sui risultati dell’operazione sul recupero del relitto del peschereccio inabissatosi il 18 aprile 2015.

La nave Ievoli Ivory, dopo aver recuperato il relitto a 370 metri di profondità, lo ha trasportato nella rada di Augusta dove è giunta ieri, scortata da Nave San Giorgio della Marina Militare.

Durante la notte il relitto è stato trasferito sul pontone.

Successivamente il relitto verrà posizionato all’interno di una tensostruttura refrigerata, lunga 30 metri, larga 20 e alta 10, al fine di consentire l’inizio delle operazioni di recupero delle salme da parte del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e successivamente dal personale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.

I corpi saranno esaminati da esperti sanitari di varie università coordinati dalla dott.ssa Cattaneo del  Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense (Labanof), attiva nel dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche di Medicina legale dell’Università di Milano, allo scopo di acquisire informazioni utili a creare un network a livello europeo che permetta di risalire all’identità dei corpi attraverso l’ incrocio dei dati.

L’attività disposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è resa possibile grazie alla sinergia tra Ministero della Difesa, Ministero dell’Interno, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Commissario Straordinario per le persone scomparse, Prefettura di Siracusa e Procura della Repubblica di Catania e vede il coinvolgimento a terra di circa 150 persone al giorno tra cui personale della Marina Militare, dei Vigili del Fuoco, del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, dell’Ufficio di Sanità Marittima, Area e di Frontiera (USMAF), dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP), Agenzia della Dogana, oltre alle Autorità ed Enti Locali insistenti sul territorio.

Il modulo di recupero è stato progettato e realizzato dalla Società “I.D.MC. Impresub – Diving and Marine Contractor S.r.l.” di Trento.

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Commenti

1 commento

  1. E adesso? Quante decine di migliaia di presunti parenti reclameranno il diritto di imporci, a nostre spese, la loro presenza per sottoporsi alla prova del DNA? Quanto costerà il proseguimento dell’operazione ritenuta dal nostro presidente del consiglio molto meritoria? Credo che mai si sia vista un’operazione di così alta imbecillità.

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