Amici o Nemici?

“ESSERE NEMICI DEGLI STATI UNITI E’ PERICOLOSO. ESSERNE AMICI E’ LETALE” (Henry Kissinger)

Nelle scorse settimane si è diffusa una notizia che merita una riflessione: la National Security Agency ha spiato per un lungo periodo l’allora Presidente del consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi anche al fine di esautorarlo e screditarlo, ordendo così un piano contro di lui e quindi contro l’Italia.

Ragioniamo. Dal nome National Security Agency, se la mia elementare conoscenza della lingua inglese non mi tradisce, capisco che stiamo parlando di una agenzia che si dovrebbe occupare e dovrebbe tutelare la sicurezza degli Stati Uniti d’America, cercando di prevenire e analizzare le mosse di un eventuale “nemico” che potrebbero comportare un pericolo per la nazione.  A questo punto è evidente che gli USA ci considerano un nemico o per lo meno una minaccia.  L’Italia ha la sciagura di aderire alla NATO, ossia una organizzazione che lega tutti i suoi membri con una alleanza; e una alleanza impone ad ogni membro un certo grado di fiducia ed un determinato comportamento nei confronti dei propri amici. Quindi chi viola l’alleanza tradisce i principi che tiene legati i membri i quali, da quel momento in poi, potrebbero sentirsi esonerati dagli obblighi nei confronti del “traditore”.  Gli Stati Uniti, spiando i loro amici, hanno tradito l’Alleanza. Ma non erano gli italiani quelli storicamente portati ai tradimenti e ai cambi repentini di alleanze?

L’Italia negli ultimi trenta anni ha seguito gli USA in tutte le sue fallimentari e strampalate campagne militari sparse per il mondo con relativo contributo di sangue versato dai nostri soldati.  Ad esempio stiamo ancora aspettando che dall’Iraq ci giunga la notizia del ritrovamento delle letalissime armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Nel frattempo in quel teatro operativo abbiamo perso 45 soldati e 2 civili. Gli Usa in cambio del nostro sostegno ci forniscono e ci regalano crisi economiche, ulteriori destabilizzazioni di aree già destabilizzate con conseguente voluta e studiata “invasione” da parte di orde di disperati immigrati che scappano da guerre e terrorismo, la cui genesi è stata programmata. E se fosse giunto il momento di cambiare o per lo meno di iniziare a pensare di rimodulare le nostre alleanze? E se fosse giunta l’ora di allentare il legame con gli americani e pensare a dedicarci di più ai fatti nostri? Non dico di buttarci tra le braccia di Putin in modo  incondizionato, ma perlomeno di sceglierci gli alleati in base ai nostri interessi e tra chi ci da più garanzie di pace e vantaggi economici.

Agli USA saremo per sempre grati di averci aiutati a ricostruire il Paese dopo che loro stessi ce lo avevano distrutto nelle seconda guerra mondiale, ma questo aiuto non è stato del tutto gratuito: abbiamo messo nelle loro mani un bel po’ della nostra sovranità  e libertà nelle scelte di politica interna e soprattutto di politica estera. Gli Stati Uniti d’America con la loro espressione NATO (ricordo che la Nato è sì una alleanza di più stati sovrani, ma il Supremo Comando Alleato in Europa, SACEUR, può essere solo ed esclusivamente affidato ad un generale statunitense) si sono sempre create le condizioni prima e hanno fatto guerre in ogni parte del mondo poi, guerre che hanno lasciato i Paesi colpiti in condizioni peggiori di quando la guerra doveva iniziare al solo fine di arricchire se stessi. Oggi la NATO sta attuando una politica un po’ troppo spavalda nei confronti della Russia (vedi questione Ucraina, Siria Turchia Europa dell’Est). La Gli Stati Uniti  continuano ad inasprire le tensioni mondiali cercando di andare a tutti i costi allo scontro con la Russia per sottrarle le risorse (gas e petrolio) e liquidarla, ostacolando la crescita economica dell’Europa. Non vorrei che l’Italia si trovasse invischiata in una guerra inutile per se stessa solo perché l’art. 5 del Trattato Atlantico ci impone di prestare aiuto ad un alleato, come stava per succedere un po’ di mesi fa quando la Turchia (Paese con il quale non condividiamo nulla – né storia, né cultura, né religione – e che spinge per far parte della UE), con il silenzio assenso degli USA, ha deciso di abbattere un aereo russo. Non possiamo mettere a rischio la nostra incolumità a causa della stupidità dei nostri sciagurati alleati. Per tutelare gli interessi americani abbiamo già accettato le sanzioni contro la Russia, provocandoci un suicidio economico o, ancora, per tutelare gli interessi economici francesi (e inglesi) ci siamo fatti coinvolgere nel bombardamento della Libia con le conseguenze che oggi possiamo apprezzare.

Ovviamente per iniziare a prendere in considerazione che questi fatti potrebbero portare a conseguenze serie e disastrose sarebbe bene iniziare a percepirli come problemi.  Ammetto che lo sforzo chiesto agli organi preposti a prendere le decisioni è enorme anche perché, una volta raggiunta la consapevolezza dei problemi, bisognerebbe attuare una serie di provvedimenti indirizzati alla soluzione.  Il nostro Presidente Renzi, quando viene intervisto nei comodi salotti televisivi, parla solo di ipotetici interventi militari in Libia o Iraq o Siria dove, considerata la situazione,  l’intervento si trasformerebbe in operazioni di guerra. Ora, ammesso che ci siano le condizioni (cosa che io non credo) per intraprendere una campagna militare in Libia, una volta capito chi sono e dove si trovano gli eventuali nemici (dato che in Libia sono tutti contro tutti), l’Italia ha dimostrato al mondo di non avere le capacità politiche/diplomatiche di liberare due prigionieri  “catturati” in tempo di pace, figuriamoci se ha la capacità politica di iniziare un conflitto armato contro paesi fortemente destabilizzati e pericolosi.

Emanuele LAINA

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