Il processo di Kafka

10 Febbraio 2016 Giorno del ricordo del massacro impunito degli italiani d’Istria e Dalmazia: FONTE -Unione Stella d’Italia-

Oggi dovrei parlare di un lembo d’Italia insanguinata, di orribili delitti non solo impuniti ma negati e dimenticati, di un crimine perpetrato ancora oggi da chi lo nega per motivi ideologici. Parlo, ovviamente, delle amate Istria e Dalmazia.

Dovrei anche parlare di un brillante ragazzo italiano, pieno di ideali e di apertura verso il mondo ma con un problema. Quel ragazzo che ha subito una morte orribile, come tanti altri ragazzi italiani, considerava il mondo un suo orticello dove poter fare quello che si fa da noi, dare contro a tutto e tutti impunemente. Forse, se avesse fatto il militare, se la leva non fosse stata sciaguratamente sospesa creando una serie di generazioni prive di direzione e di senso delle proporzioni, sarebbe ancora vivo. Purtroppo invece quel giovane ha scelto di andare in Egitto e di frequentare attivamente oppositori, di fare del giornalismo ideologico e di credere che tutto questo non dovesse avere un prezzo. Sono veramente addolorato per lui ma spero che il terribile esempio sia recepito da altre anime candide e che lui non abbia degli emuli. Per quanto mi riguarda nei paesi islamici io non metterei piede, neppure da turista, ma se lo facessi terrei un profilo il più basso possibile e non mi fiderei di nessuno. Peccato non lo abbia fatto lui.

Ma eccomi al punto, il processo di Kafka, confido che qualcuno abbia letto il libro o che abbia visto lo splendido film in bianco e nero che ne venne tratto. la trama è semplice, un uomo viene tratto in arresto e comincia per lui un lungo tragitto in diverse aule dove viene celebrato un processo di cui lui ignora tutto, la motivazione, le prove contro di lui. Nessuno gli dice nulla, non esistono avvocati difensori, solo guardie silenziose, giudici ostili. Un racconto angosciante.

Oggi, in Italia, io sento di vivere come in quel racconto, leggo e vedo in televisioni persone assolutamente normali che reagiscono a violenze e rapine e che vengono incarcerati, processati, condannati, rovinati economicamente da giudici tronfi della loro impunità che si ergono loro a giustizieri, loro a sceriffi tutti presi a difendere e salvaguardare chi delinque a scapito del cittadino-suddito che deve prendere la bastonate e tacere.

Incarcerare un uomo che ha sparato per difendersi, rovinarne economicamente un altro, portare alla morte per crepacuore un terzo. Quante altre tragedie dovranno consumarsi ad opera di una magistratura kafkiana? Carcere, processi, condanne, risarcimenti alle famiglie dei delinquenti “morti sul lavoro”. E’ giustizia questa?

D’accordo, nessuno vuole il far west e su questo non ci devono essere dubbi, l’Unione Stella d’Italia è a favore delle Istituzioni e mai antagonista ad esse e anche questo deve essere ben chiaro. Però dai, qui stiamo perdendo la bussola, qui il distacco tra il cittadino e lo stato diventa abissale. Qui siamo trattati da sudditi e sottoposti ad una arbitrarietà che è sempre più insopportabile.

Come cittadino e come Presidente dell’Unione Stella d’Italia io sono a fianco di quei cittadini in mano ad una magistratura impazzita e separata dal consesso civile dalla loro impunità, piccoli arroganti semi-dei che si arrogano il diritto di rovinare la vita di persone oneste per punirle di essersi difesi. Siamo all’assurdo.

Chiedo con forza che si ponga un freno a queste indecenze, che l’operato di quei giudici venga sottoposto a revisione ed eventuale censura e che questa indagine non sia fatta da altri magistrati da da persone terze non appartenenti alla lobby della magistratura, manifestatamente incapace di un atteggiamento critico verso i suoi componenti.

Andrea Marrone

 

 

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