Due pesi e due misure

04 Febbraio 2016: FONTE -Unione Stella d’Italia-

E’ molto triste la vicenda del giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo. Il corpo è stato trovato molti giorni dopo la scomparsa e quindi le due ipotesi: l’omicidio dopo inumane sevizie oppure un incidente stradale, sono ancora da verificare e non si può scartare il fatto che le condizioni del corpo non permetteranno mai di avere una verità assoluta. Notevole invece l’immediata e virile reazione italiana: un ministro in visita al Cairo che abbandona i suoi impegni per recarsi dalla famiglia dello sfortunato giovane, il ministro degli esteri che pretende chiarezza, chiede una indagine congiunta e reclama la consegna immediata del cadavere, la convocazione dell’ambasciatore egiziano per esprimere lo sconcerto dell’Italia in merito a questo delitto.

Benissimo! E’ così che si comportano i governi di paesi autorevoli, governi che hanno a cuore i loro concittadini, sia in Patria che all’estero e che sono disposti a fare la voce grossa per difendere le loro vite, la loro libertà ed i loro interessi.

Poi però c’è da quattro anni un altro italiano prigioniero di fatto in un altro paese. Si chiama Massimiliano Latorre e ha la grande colpa di non essere un ragazzo idealista e amante dei paesi arabi, studioso e di buoni sentimenti. Lui è un Servitore dello Stato. Indossa la divisa di Marinaio d’Italia e la sua missione è quella di difendere la Patria. ce ne è anche un altro, lui sta in famiglia ma da clandestino e il paese che tiene prigioniero il suo compagno ne pretende la restituzione al termine della convalescenza da una malattia che lo stress della sua situazione, se proprio non la ha causata, certo l’ha facilitata. Lui si chiama Salvatore Girone e anche lui indossa una divisa che significa impegno, sacrificio, amore di Patria.

dal 19 febbraio del 2012 questi due uomini sono dimenticati e abbandonati dalle nostre istituzioni che ora, giustamente, pretendono la restituzione di un corpo mentre se ne infischiano di un uomo ancora vivo.

Indubbiamente parliamo di due paese diversi con cui abbiamo a che fare. L’Egitto del dopo Mubarak è un paese debole, scosso da tensioni interne gravissime, oggetto di attacchi terroristici che hanno messo in ginocchio la sua principale fonte di reddito e di valuta pregiata: il turismo. L’India invece gode di ottima salute, alla faccia dei suoi milioni di affamati si è costruita una bomba atomica, le sue industrie che sfruttano la povertà dei loro operai esportano a tutto spano e i nuovi ricchi, gli indiani che ingrassano nella miseria degli altri, sono diventati dei buoni consumatori, non parliamo poi delle commesse militari. L’India pretende un suo posto tra le nazioni che contano e lo fa armandosi.

Due paesi diversi. due uomini diversi. L’Italia intera si commuove per Giulio Regeni e fa bene a farlo. Quanti si commuovono per la vicenda umana, per i quattro anni rubati a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone? Sui social network ci sono, e non sono pochi, dei farabutti che ne auspicano l’impiccagione, che li chiamano assassini. Assassini perché indossano la divisa della Patria, non sono necessarie inchieste e processi, non bastano le prove smaccatamente false addotte dall’India. No, sono soldati, carne venduta, sono colpevoli e vanno lasciati a marcire in India, che si prenda quello che è a casa a fingersi malato e lo si rispedisca laggiù a fare compagnia all’altro furfante, all’altro assassino.

Questa vergogna nazionale, questo vulnus alla nostra Patria sembra non aver fine, passano giorni per noi di normalità, per quei due uomini invece sono giorni di frustrazione, di umiliazione, di delusione e da loro mai una parola fuori posto, mai una accusa, mai un pianto. Uomini veri, Marinai d’Italia. Di quella Italia che non li deve dimenticare e che non può più permettersi di usare due pesi e due misure.

Li rivogliamo liberi, a casa e assolti dalle false accuse che li infamano, infamano le nostre Forze Armate e infamano tutta la Nazione italiana.

Andrea Marrone

 

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