Risolto dai Carabinieri un omicidio tra tossicodipendenti

29 Gennaio 2015: FONTE -Legione Carabinieri Lombardia, Comando Prov.le di Milano-

Nella mattinata del 27 gennaio 2015, personale del Nucleo Investigativo di Monza, coadiuvato nell’esecuzione dai militari della Compagnia Carabinieri di Crema, ha tratto in arresto, su Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa il 26 gennaio 2015 dal GIP del Tribunale Milano, due soggetti italiani, residenti nella provincia di Cremona. I due sono sospettati di essere gli autori materiali dell’omicidio del cittadino marocchino Mustapha DELLOUFI, nato a Oulad-said-el-Oued il 1° gennaio del ‘71, il cui cadavere, attinto alla nuca da una fucilata, era stato ritrovato il 7 novembre scorso, nei boschi di Santa Maria in Campo di Cambiago (MI), da un cercatore di funghi della zona.

Le indagini, dirette dal Procuratore Aggiunto Alberto Nobili e dal Sostituto Procuratore Silvia Perrucci della Procura della Repubblica di Milano, dopo un primo orientamento verso i cacciatori che, frequentando la zona boschiva, potevano essersi imbattuti nella vittima, si sono poi concentrate sull’ambiente criminale dello smercio al dettaglio di cocaina ed eroina, ad opera soprattutto di cittadini magrebini.

In tale ambito, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Monza hanno acquisito informazioni dagli assuntori abituali di stupefacente, che confermavano di conoscere il marocchino e fornivano dettagli sulle modalità di spaccio della vittima e di  altri maghrebini. I militari hanno anche identificato gli acquirenti che, nei minuti immediatamente precedenti all’omicidio, avvenuto alle ore 13:00 circa, avevano avuto contatti con la vittima. In particolare, uno di essi, un tossicodipendente italiano che si era prestato in passato ad accompagnare lo spacciatore ed il cugino con la vettura in alcuni loro spostamenti, ha riferito di aver ricevuto una telefonata da quest’ultimo, che, in stato di agitazione, gli aveva chiesto di venirlo immediatamente a prelevare a Cambiago. Giunto sul posto e, fatto salire il parente della vittima a bordo della propria auto, questi aveva confidato all’italiano di essere sfuggito ad un agguato di due italiani, mentre la stessa fortuna non era toccata a Delloufi, che invece era stato attinto da un colpo di fucile.

Tali preziosi elementi hanno quindi consentito all’Arma monzese di restringere il campo di ricerca ad alcuni tossicodipendenti che si recavano a Cambiago da altre province, attesa la facilità di giungervi con l’autostrada. Anche grazie all’esame dei nomi di tutti i soggetti sottoposti a controllo di polizia nell’area e segnalati quali assuntori di droga, gli investigatori hanno indirizzato la propria attenzione su Diego CALZI, ventottenne di Crema, residente a Moscazzano (CR), operaio in una vicina ditta di Credera Rubbiano (CR), già noto per modesti precedenti penali in materia di stupefacenti, per guida sotto l’effetto di droga e per reati contro il patrimonio.

Avviata una attività investigativa mirata sul sospettato, si accertava come questi, durante l’orario in cui era stato commesso l’omicidio, non si trovava sul luogo di lavoro, bensì a Cambiago, ove si era intrattenuto per quasi un’ora. Le successive risultanze investigative inducevano a vagliare anche la posizione di un altro soggetto legato al Calzi, Stefano Andrea BACCARIN, ventitreenne, anch’egli residente a Moscazzano (CR) e operaio, immune da precedenti penali.

Le verifiche condotte hanno premesso di attribuire ai due l’esecuzione dell’agguato: questi si erano recati nel bosco di Cambiago, simulando di voler acquistare stupefacente e facendo credere alla vittima ed al cugino di voler vendere loro il fucile che Calzi portava al seguito, che è invece servito per ferire mortalmente Delloufi, quando il tentativo di derubare gli spacciatori di alcuni etti di una droga pesante ha suscitato la reazione della vittima.

Gli accertamenti sull’arma utilizzata per il delitto hanno inoltre evidenziato che, benché il padre di Calzi detenesse regolarmente alcuni fucili da caccia all’interno dell’abitazione, nella quale conviveva con il figlio, ne deteneva clandestinamente altri 3, tra cui quello utilizzato per l’omicidio.

Il cugino di Delloufi risulta irreperibile, in quanto ha lasciato il territorio nazionale, ed i due arrestati sono attualmente detenuti presso il carcere di Opera, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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