Il sonno delle Istituzioni

25 Dicembre 2014: FONTE – Unione Stella d’Italia –

E siamo a 3! È il terzo Natale che i due fucilieri di Marina della Brigata San Marco trascorrono lontano da casa, non da cittadini liberi ma da detenuti in uno stato estero, rei di aver commesso un non chiaro reato di omicidio.

Il nostro governo (o meglio i 3 governi che si sono succeduti) sotto l’occhio sempre attento e vigile del Comandante Supremo delle Forze Armate è stato bravo e veloce ad inviarli in quell’angolo di mondo in nome di principi altisonanti come libertà, democrazia, lotta al terrorismo, libera circolazione e scambio di idee e merci, ma totalmente incapace di riportarli a casa. A riprova della sua inettitudine non si sforza neanche di trovare una scusante. Il niente, il sonno più profondo. Ogni tanto si parla della questione marò ma solo perché sono i carcerieri indiani ad esprimere qualche concetto in merito. Analizzando tutto l’arco istituzionale si può notare che neanche la chiassosa magistratura –  sempre pronta ad esprimere inchieste pure per le foglie mosse dal vento – si fa sentire. Niente di niente. A me sembra che la detenzione dei due fucilieri sia illegale, sia un vero e proprio sequestro di persona in quanto l’ipotetico reato è avvenuto in acque internazionali: la magistratura di competenza sarebbe pertanto dovuta essere quella italiana. Ma niente. Che so, dato che al giorno d’oggi un avviso di garanzia non si nega a nessuno, sarebbe stato carino provare ad indagare non dico il prof. Mari Monti e i suoi ‘incompetecnici’, come la logica vorrebbe, ma almeno il comandante e l’armatore dell’Enrica Lexie per concorso in sequestro di persona o altro capo d’accusa che le procure sono brave ad individuare. Giusto per far vedere che si sta facendo qualcosa! Questa volta niente. Ricapitoliamo come le istituzione italiane stanno affrontando l’annosa questione marò: il potere legislativo dorme profondamente, il potere esecutivo è in coma irreversibile, il potere giudiziario è in fase REM.

Le soluzioni al problema che ogni tanto si sentono di come riportare a casa i nostri due connazionali fanno rabbrividire perché tutte hanno come mezzo il discredito ed il disonore dei nostri militari. Un militare è uno “strumento” nonché un pezzo della Nazione e la rappresenta. L’uniforme che i due fucilieri indossano è nei simboli la stessa che indossano tutti i militari italiani che prevede sul braccio sinistro lo scudetto con il tricolore: ogni azione che porta discredito o disonore ai due fucilieri che si chiamano Salvatore e Massimiliano lo porta anche a chi ha lo stesso scudetto sul braccio di nome Mario, Giovanni, Pasquale, Emanuele, etc., indipendentemente dalla Forza Armata o dell’Ordine di appartenenza o dal grado che riveste.

Il governo indiano, si legge sui giornali, in questi giorni sta studiano una proposta arrivata dall’Italia. Attenzione governo indiano e governo italiano e quello che fate, studiate bene! La posizione dell’Unione Stella d’Italia è una sola: i due militari a casa, liberi senza nessuna pendenza o accusa infamante. Liberi senza se e senza ma. Da questa triste storia i due sottufficiali devono uscirne puliti e a testa alta. Ne va dell’onore d’Italia, dell’onore di 60 milioni di persone.  Raccogliamo l’invito del presidente Andrea Marrone di boicottare tutto ciò che viene e ha a che fare con l’India, paese nemico.

In questo Natale, tra un pensiero agli immigrati e uno ai rom, troviamo spazio anche per una preghiera per i nostri soldati.

Buon Natale a  tutti.

Emanuele LAINA

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