Ecologia e Marina Militare

15 Dicembre 2014: FONTE – Marina Militare –

Si rinnova l’impegno della Marina Militare in collaborazione con l’Università di Siena per svolgere l’attività di ricerca di materiale plastico, nell’ambito del progetto “Plastic Busters” per contrastare l’inquinamento marino.

Il cacciamine Rimini ha condotto, nei giorni 10 e 11 dicembre, indagini ambientali in alcuni punti individuati dall’Università di Siena (Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente) situati nei pressi dell’Isola di Capraia e di fronte alla foce del fiume Tevere.

La nave ha impiegato veicoli subacquei del tipo ROV (Remotely Operated Vehicle) grazie ai quali ha filmato lo stato del fondale in condizioni ambientali particolari, come alla foce del Tevere, dove la corrente del fiume mescolandosi alle acque del Mar Tirreno, crea condizioni molto impegnative per la condotta dei veicoli.

La Marina Militare, grazie alla connotazione dual use, è da sempre attenta alla tutela dell’ambiente marino ed in particolare alle problematiche connesse alla presenza di addensamenti di plastiche nel mare.

Con l’ausilio delle diverse attrezzature presenti sulle proprie navi, impegnate già dallo scorso anno in questo progetto, la Marina Militare fornisce dati ambientali, video e riproduzioni di immagini, contribuendo al progetto “Plastic Busters” che si prefigge l’obiettivo stabilire con certezza la presenza di agglomerati plastici e pianificare, a livello internazionale, le azioni di mitigazione e riduzione del fenomeno.

 

Nave Rimini è l’ultima di otto Unità Cacciamine Classe Lerici 2ª serie, è stata varata il 17 Settembre 1994 e consegnata alla Marina Militare Italiana a Maggio del 1996.Il suo abituale porto di assegnazione è La Spezia. Dipende organicamente ed operativamente, per tramite del Comando della 53^ Squadriglia Dragamine (COMSQUADRAG 53) ed il Comando delle Forze di Contromisure Mine e delle Forze Ausiliarie (COMFORDRAG/COMFORAUS), dal Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV).

Nave Rimini è un’Unità tipo Mine Hunter Coastal (Cacciamine Costiero) appositamente progettata per la localizzazione e la disattivazione/distruzione di mine navali. Per l’esecuzione di tali operazioni l’Unità è dotata di un sofisticato sistema sonar che può essere filato sino a 50 metri, e di due veicoli filoguidati (ROV – Remote Operated Vehicle), tramite i quali è possibile rilevare e investigare ogni oggetto che giace sui fondali marini sino a profondità di circa 600 metri.

Nonostante il principale impiego operativo, sia orientato ad operazioni di bonifica di aree marine con presenza di ordigni, per le peculiarità che caratterizzano questa tipologia di Unità navali, si presta anche ad un impiego “dual use”.

L’impiego “duale” si è nel tempo realizzato attraverso collaborazioni con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con la Magistratura nazionale e con altri Enti e Dicasteri dello Stato, tutti a vario titolo interessati ad esplorare le profondità marine con lo scopo di ricercare e investigare relitti di navi o aeromobili, reperti di interesse storico o qualunque altro oggetto giacente sui fondali, anche per scopi legati alla preservazione dell’ecosistema marino, sovente con finalità scientifiche. Inoltre, disponendo di camera iperbarica multiposto, e personale sanitario specializzato in fisiopatologia subacquea, l’Unità può essere utilmente impiegata in supporto di operazioni di subacquei operanti anche a quote profonde. Allo scopo la Nave, all’evenienza, dispone di personale palombaro che consente la possibilità di effettuare immersioni operative.

Infine, quale ulteriore più generale impiego istituzionale, l’Unita è regolarmente impegnata nella protezione degli interessi della nazione come il controllo delle frontiere marittime, la salvaguardia ed il soccorso delle vite umane in mare e la sorveglianza del rispetto dell’ecosistema marino con finalità antinquinamento.

Nel 1998 ha iniziato la sua attività addestrativa nei mari del Nord Europa, accompagnando Nave Chioggia al Mine Hunter Order Sea Training (MOST), centro di eccellenza per l’addestramento alla guerra di mine situato ad Ostenda, in Belgio.

Solo dopo questa attività addestrativa la nave ha iniziato a prendere parte alle operazioni internazionali, tra le quali si vogliono ricordare: l’operazione Allied Harvest svolta nel Mar Adriatico nel 1999 e l’aggregazione alla Standing NATO Mine Counter Measure Force of the Mediterranean Sea (MCMFORMED) nel 2000, e la bonifica del Mar Adriatico dagli ordigni esplosivi rilasciati durante la guerra del Kosovo.

Nel 2005 e nel 2010 Nave Rimini è stata assegnata alla NATO per operare all’interno dell’SNMNMG2 (Standing NATO Mine Countermeasures Group 2), il gruppo di reazione rapida permanente costituito dall’Alleanza Atlantica per la guerra di mine. Durante la seconda assegnazione, nel 2010, Nave Rimini è stato il primo cacciamine italiano a risalire il Tamigi ormeggiando nel centro di Londra.

 

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