Caduta del Muro di Berlino, 25 anni fa cambiava la storia

09 novembre 2014 FONTE – Web News Ansa.it

Gli occhi del mondo sono puntati su Berlino, che oggi festeggia i 25 anni dalla caduta del Muro che divideva l’Est dall’ovest. Le celebrazioni, iniziate due giorni fa nel Bundestag, proseguono nella giornata dell’anniversario, con una visita di Angela Merkel a un luogo simbolo della divisione della capitale nella guerra fredda: la Bernauer Strasse, dove esiste un monumento alle vittime del confine.

Angela Merkel, sorridendo con un gesto spontaneo, passato quasi inosservato, ha aperto il varco alla gente, chiusa dalle balaustre, perché potesse accedere a quello che ormai è un monumento storico. ”Nuovi problemi in Europa fanno tornare indietro al contesto di allora, ma cose del genere non hanno futuro. Da qui oggi arriva un momento di speranza”, ha detto l’oratore che ha aperto il momento commemorativo, Erhart Neubert.

Nei 25 anni dopo la caduta del Muro di Berlino Angela Merkel spiega di provare ”non solo gioia ma soprattutto un senso di responsabilità” del popolo tedesco. ”Noi abbiamo la forza di volgere le cose al bene: questo è il messaggio del Muro di Berlino”. Così Merkel: ”Il muro ha dimostrato che i sogni possono diventare realtà – ha continuato – e noi vogliamo condividere questo messaggio con i nostri Partner nel mondo”.

A 25 anni della caduta del Muro di Berlino, papa Francesco prega perché “si diffonda sempre più una cultura dell’incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo, e non accada più – ha detto all’Angelus – che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione”.

Demolire la maggior parte del Muro di Berlino, e lasciare alla fine poche tracce di quel confine a Berlino, dopo il 9 novembre 1989, ”fu forse una decisione sbagliata, ma umanamente molto comprensibile”. Lo ha detto il sindaco di Berlino dimissionario Klaus Wowereit, parlando alla commemorazione a Bernauer Strasse, dove viene inaugurata una mostra permanente sul Muro di Berlino. ”Qualcuno oggi ci chiede, dov’era effettivamente questo Muro? – ha detto Wowereit, riferendo i richiami di chi trova che i pezzi rimasti nella capitale siano troppo pochi -. Non si poteva lasciare? Ha diviso per decenni brutalmente la città. Questa è una affermazione giusta. Ma dobbiamo ricordare che noi fummo felici che fosse demolito, dopo che aveva distrutto amicizie, legami, carriere”.

Per ventotto anni il Muro di Berlino e’ stato il simbolo della divisione di un Paese e, soprattutto, dell’incomunicabilita’ e contrapposizione totale di due sistemi ideologici ed economici, quelli comunista e capitalista. Ma la barriera di filo spinato di oltre 150 chilometri tirata su in una notte, il 13 agosto del 1961, per separare Berlino ovest da Berlino est e dal resto della Repubblica democratica (DDR), poi diventata un muro in mattoni e cemento sempre piu’ alto e invalicabile, è stata soprattutto una ferita inflitta nella carne di chi in quella citta’ ha vissuto. E magari ha trovato la morte nel tentativo di fuggire da uno Stato sempre piu’ repressivo.

Prima di cadere, il 9 novembre del 1989, il Muro di Berlino ha fatto almeno 138 morti, la maggior parte dei quali sono stati uccisi dalle guardie di confine nei primi cinque anni trascorsi dalla sua costruzione. La prima vittima ha perso la vita nella Bernauer Strasse, nel tentativo finito male di saltare dal balcone verso l’ovest, il 22 agosto del 1961. In quei primi giorni di caos, chi poteva provava ancora in ogni modo a lasciare quella che stava prendendo la forma di una prigione a cielo aperto, ‘venduta’ dal regime comunista come il ”vallo di difesa antifascista”. I primi colpi mortali sono stati sparati due giorni dopo, il 24 agosto, contro Gnter Litfin, mentre tentava di attraversare a nuoto la Sprea, il fiume di Berlino. L’ultima persona uccisa e’ stato un ragazzo di vent’anni, Chris Gueffroy, contro cui le guardie di confine hanno sparato il 5 febbraio del 1989 durante un tentativo di superare il confine a Neukoelln. Mentre l’ultima vittima, Winfried Freudenberg, e’ morta l’8 marzo cadendo dal cielo poco dopo aver superato il Muro con un pallone aerostatico ‘fatto in casa’, nel quartiere occidentale di Zehlendorf.

Durante la sua famigerata ‘carriera’, il Muro – che si estendeva in varie forme lungo i 155 chilometri di confine con Berlino Ovest, 43 dei quali attraversavano la citta’ – ha subito diverse trasformazioni. Dal filo spinato si e’ passati velocemente ai mattoni, poi al cemento, con evoluzioni nel 1962 e 1965. Si giunge a una doppia barriera composta da due muri, separati dalla cosiddetta striscia della morte – che alla fine del 1989 aveva dimensioni tra i 15 e i 150 metri -, pattugliata costantemente da soldati e cani addestrati e sorvegliata da oltre 300 torri di sorveglianza. Dal 1975, 42 chilometri di Muro vengono sostituiti con elementi prefabbricati alti 3,60 metri dal peso di 2,75 tonnellate, sovrastati da cilindri in cemento. In quegli anni i punti di passaggio tra est e ovest, sorvegliatissimi, erano otto. Il piu’ famoso dei quali era ed e’ tutt’oggi il ‘Checkpoint-Charlie’, il passaggio con il settore statunitense, dove nel 1961 e’ andato in scena un duro confronto, con carri armati statunitensi e sovietici schierati gli uni di fronte agli altri. Nonostante i controlli, le morti, gli omicidi e gli oltre 10mila soldati impegnati negli anni nella sorveglianza, piu’ di 5mila persone riuscirono a fuggire dalla DDR raggiungendo Berlino ovest.

LA TIMELINE, GLI ULTIMI MOMENTI DEL MURO: http://www.tiki-toki.com/timeline/entry/346579/Der-Untergang-le-ultime-ore-del-Muro-di-Berlino/

Muro Berlino, la sera che l’est riabbraccio’ l’ovest: http://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2014/11/08/muro-berlino-la-sera-che-lest-riabbraccio-lovest_1c67f208-bb4f-4f57-a1fb-c871a0f5e572.html

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