9 Novembre e dintorni

9 Novembre 2014: FONTE – Stella d’Italia News-

Suona bene alle orecchie il nove di novembre 1971, una data comunque importante per svariati motivi, per gli amici che, come me, hanno condiviso il duro addestramento che ci ha resi fratelli nel più alto significato della parola nella B.ta Par. “Folgore” è una data tristissima, la data della tragedia della Memoria in cui un Hercules C.130 della R.A.F con sei uomini d’equipaggio e 46 paracadutisti della Sesta Compagnia “Draghi” precipitò in mare a sei miglia dalle coste livornesi mentre si recava in Sardegna per un lancio d’addestramento. Ai caduti dell’aereo “Gesso 4” si aggiunse poi un soccorritore, Incursore Paracadutista del “Col Moschin” che, in un impeto di abnegazione, per meglio esplorare il relitto dell’aereo, si liberò della cima di sicurezza e rimase sul fondo. La più grande tragedia per la B.ta Folgore dal dopoguerra si era consumata in pochi istanti ed è doveroso che, a distanza di tanti anni, ci si ricordi e si scriva di quei giovani morti nell’adempimento del dovere verso la Patria.

L’altra data significativa è quella del 1989 quando il corrotto e liberticida sistema della cosiddetta DDR la Repubblica Democratica (che nulla aveva di democratico) Tedesca, crollò facendo crollare anche l’osceno muro che i suoi tiranni avevano innalzato non per difendersi da aggressioni esterne ma per impedire ai suoi cittadini di fuggire dallo stato-prigione emblematico degli orrori del comunismo. Sarà meglio ricordarsi anche dei morti, tantissimi, uccisi a sangue freddo nel cercare di valicare quel muro ignobile. Ricordiamoci di loro quando i tardi epigoni di una ideologia condannata dalla storia e grondante sangue pretendono di cantarne e decantarne le supposte lodi.

E cosa succede nel Bel Paese nel frattempo? Tanto per cominciare non piove e questo è già un bel risultato vista l’incapacità di chi dovrebbe garantire la sicurezza del territorio di fare il proprio dovere. Poi Renzi promette, sorride, giocherella con le parole, i gesti delle manine curate, ma mimica da Zelig. Napolitano, figlio di quello che ha generato il Muro di Berlino e lodatore della invasione sovietica della Cecoslovacchia pare voglia dimettersi a Natale. Grazie presidente per questo regalo che però getta in fibrillazione il mondo asfittico della politica. Chi lo potrà sostituire? I grandi vecchi del comunismo o sono rincoglioniti per raggiunti limiti d’età o sono morti nei loro morbidi letti assai poco spartani. I socialisti sono spariti nel nulla, i democristiani sono estinti come i dinosauri, i liberali e i repubblicani in realtà non sono mai esistiti, erano ectoplasmi che al sorgere del sole si sono sciolti senza che nessuno si sia mai neppure accorto della loro esistenza. Rimangono, a parte frange insapori ed incolori, quelli del PD e quelli del PDL camuffati magari sotto altre sigle fantasiose e poi il buco nero dei cinque stella, privi d’accento e di pensier come nella famosa romanza e…ah si, mi dimenticavo dei legaioli, vabbé, lasciamo perdere, non è il caso di infierire. E quindi? dove peschiamo il nuovo Presidente della Repubblica che sostituisca il presidente in carica da fin troppo tempo che ci ha servito tre governi di fila, uno peggio dell’altro, che non hanno fatto altro che salvaguardare banche e istituzioni finanziarie italiane ed estere a scapito del popolo italiano? A leggere il toto candidati verrebbe voglia di chiedere la cittadinanza albanese:  Walter Veltroni, Romano Prodi, Giuliano Amato, Pietro Fassina, Pierferdinando Casini…non c’è dubbio, siamo su scherzi a parte e ora più che mai l’Italia appara una Nave senza Nocchier in gran tempesta. Eppure ci sarebbero persone degne, persone che non hanno svenduto aziende di Stato, che non hanno messo le mani nei conti correnti degli italiani, che non sono grigi esponenti di nomenklature burocraticamente ottuse parcheggiati in comode poltrone da sindaci dopo essere stati allontanati dalle stanza dei bottoni che contano, oppure altri che in quelle stanza non hanno mai neppure osato sperare di entrarci. Lasciamo poi perdere la presupposta candidatura di quasi tutti i ministri renzisti, oltre che la beffa l’inganno. Beh, non so bene come finirà ma certo ne vedremo delle belle. Povera Italia.

Andrea Marrone

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