05 novembre 2014 FONTE – Web News Guardia di Finanza.
Quattro imprenditori denunciati per reati di frode in commercio e di messa in vendita di prodotti industriali falsi e 150 mila articoli in cashmere sequestrati. E’ il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Torino, che ha scoperto e sequestrato una fabbrica di falso cashmere, in Veneto.
L’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Torino, Alessandro Aghemo, è partita da un negozio torinese che vendeva sciarpe in cashmere a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. Articoli che sono stati sequestrati e analizzati.
Dalle analisi di laboratorio, effettuate presso l’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Milano, è emerso che le sciarpe erano composte da un filato contenente in prevalenza viscosa e polyammide e solo in minore parte lana. Inoltre, parte del tessuto conteneva pelo di coniglio e non il pregiato pelo di capra “hircus” da cui si ricava il cashmere.
I finanzieri sono quindi risaliti ai fornitori del commerciante, individuando due grossisti con sede nelle province di Milano e Bergamo. Le perquisizioni presso le loro sedi hanno consentito di porre sotto sequestro oltre 30 mila capi di vestiario con false etichette. In particolare, nel corso delle operazioni svolte nel Comune di Pero (Milano), i militari hanno scoperto migliaia di capi con etichette indicanti la falsa dicitura “100% Lana”, applicate sopra quelle originali riportanti “100% Viscosa”.
Le perquisizioni hanno poi condotto i finanzieri sulle tracce di una vera e propria fabbrica a Marcon (Venezia), con tanto di roccatrici e filatrici industriali, in cui venivano realizzati i falsi capi in cashmere. Inoltre presso un magazzino ubicato in Santa Margherita d’Adige (Padova), i finanzieri hanno sequestrato un ingente quantitativo di capi già realizzati e pronti ad essere immessi sul mercato, decine di migliaia di etichette attestanti la qualità del cashmere utilizzato ed eleganti confezioni riportanti il nome di esclusive località turistiche del territorio nazionale quali ad esempio Capri e Forte dei Marmi.
L’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Torino, Alessandro Aghemo, è partita da un negozio torinese che vendeva sciarpe in cashmere a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. Articoli che sono stati sequestrati e analizzati.
Dalle analisi di laboratorio, effettuate presso l’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Milano, è emerso che le sciarpe erano composte da un filato contenente in prevalenza viscosa e polyammide e solo in minore parte lana. Inoltre, parte del tessuto conteneva pelo di coniglio e non il pregiato pelo di capra “hircus” da cui si ricava il cashmere.
I finanzieri sono quindi risaliti ai fornitori del commerciante, individuando due grossisti con sede nelle province di Milano e Bergamo. Le perquisizioni presso le loro sedi hanno consentito di porre sotto sequestro oltre 30 mila capi di vestiario con false etichette. In particolare, nel corso delle operazioni svolte nel Comune di Pero (Milano), i militari hanno scoperto migliaia di capi con etichette indicanti la falsa dicitura “100% Lana”, applicate sopra quelle originali riportanti “100% Viscosa”.
Le perquisizioni hanno poi condotto i finanzieri sulle tracce di una vera e propria fabbrica a Marcon (Venezia), con tanto di roccatrici e filatrici industriali, in cui venivano realizzati i falsi capi in cashmere. Inoltre presso un magazzino ubicato in Santa Margherita d’Adige (Padova), i finanzieri hanno sequestrato un ingente quantitativo di capi già realizzati e pronti ad essere immessi sul mercato, decine di migliaia di etichette attestanti la qualità del cashmere utilizzato ed eleganti confezioni riportanti il nome di esclusive località turistiche del territorio nazionale quali ad esempio Capri e Forte dei Marmi.