Carabinieri del TPC: recuperati 1.300 reperti archeologici di eccezionale valore

17 ottobre 2014 FONTE – Web News Carabinieri.

Ammonta a 15 milioni di euro la refurtiva recuperata del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nel corso di un’articolata indagine coordinata della Procura della Repubblica di Roma e sviluppatasi su differenti fronti investigativi, in diverse Regioni. Tra i beni sequestrati più significativi:

Dipinto ad olio su tela raffigurante “Veduta con il Ppantheon, il Tempio di Adriano, l’Obelisco di Thutmosis III e personaggi”, del pittore Giovanni Paolo Pannini.
Sulla base della denuncia di un antiquario e grazie alla rogatoria internazionale disposta dalla Procura di Roma, è stato possibile rintracciare il dipinto in un caveau di una banca svizzera, in deposito per conto di una società anonima. Sono state deferite quattro persone per i reati di appropriazione indebita, ricettazione, esportazione illecita e contrabbando.

Dipinto olio su tela, attribuito a Giovanni Battista Caracciolo (1578-1635), detto il Battistello, raffigurante “Compianto di Adamo ed Eva sul corpo di Abele”

Dipinto olio su rame, epoca XIX sec., autore anonimo, raffigurante Crocifissione e Dipinto olio su tela raffigurante “Matrimonio mistico di Santa Caterina”

Nel corso di una perquisizione ad un antiquario, sono stati fotografati alcuni beni esposti per la vendita. Grazie al confronto con le immagini presenti nella Banca Dati del T.P.C., e’ stato possibile rintracciare e sottoporre a sequestro il dipinto (olio su rame raffigurante la Crocifissione), provento di un furto consumato a Napoli. Le indagini consentivano inoltre di individuare un commerciante, al quale veniva sequestrato un dipinto raffigurante Matrimonio mistico di Santa Caterina, rubato dalla Chiesa di San Lorenzo (AN). Denunciate due persone, per ricettazione, alla Procura della Repubblica di Roma.

1.300 reperti archeologici di epoca compresa tra il VI sec. a.C. e il II sec. d.C.
Nel corso di indagini sviluppate per il contrasto del commercio illecito di reperti archeologici provenienti da scavo clandestino, venivano perquisite, su delega della Procura della Repubblica di Roma, le abitazioni di due collezionisti. Le operazioni consentivano il sequestro di 1.300 reperti archeologici illecitamente detenuti di epoca compresa tra il VI sec. a.C. e il II sec. d.C. e la denuncia dei due collezionisti per ricettazione e impossessamento illecito. I beni sequestrati, tra cui spiccano, per rarità, un sarcofago romano del primo sec. D.C. e 250 strumenti chirurgici in bronzo di epoca romana, rivestono eccezionale interesse storico e archeologico.

Sarcofago di epoca romana in marmo, del III sec. d.C.
Da iniziali controlli sul catalogo di una Casa d’asta veneta, è stato rinvenuto, e poi sequestrato, uno straordinario sarcofago di illecita provenienza, dichiarato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di interesse culturale.

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