Ambiente: scoperti altri rifiuti durante gli scavi nel Mugello

13 luglio h 14.10 FONTE-Uffiicio Stampa Corpo Forestale- Dopo l’operazione del febbraio scorso del Comando Stazione Forestale di Ceppeto,  Sesto Fiorentino (FI) in cui erano state sequestrate migliaia di tonnellate di sabbia finissima, contenente in concentrazioni elevate metalli pesanti, denominata Polverino 500 mesh,  su ordine della Procura della Repubblica di Firenze, sono partiti gli scavi nella ex cava di calce di Paterno, nel comune di Vaglia, in Mugello. Nella ex cava, usata come stoccaggio di rifiuti da almeno 10 anni, secondo quanto emerso a febbraio, ci sono più di 1.000 big bags di questo rifiuto in gergo definito “cipria”, rivenduto illecitamente come sottoprodotto, dopo essere stato trattato da un impianto a Massa Carrara. Obiettivo del personale del Corpo forestale delle Stato, coadiuvato dai tecnici dell’Arpat, è il campionamento per verificare la natura dei rifiuti stoccati nell’ex capannone della cava, un’area di quasi 3 ettari. Il sospetto è che possano essere stati stoccati abusivamente anche altri rifiuti speciali. L’indagine di febbraio portò all’iscrizione nel registro degli indagati di 11 persone con le accuse di traffico illecito di rifiuti e gestione di discariche abusive. Tra questi anche il titolare della cava e gli affittuari. Dopo che la ruspa ha mosso la prima terra nella zona si è sparso un odore nauseabondo di ammoniaca che ha costretto tutte le persone presenti a indossare le mascherine di protezione. I residenti, che nel tempo hanno presentato al Corpo forestale e alla Procura numerose segnalazioni, temono di aver respirato per anni miasmi originati da materiali inquinati. Come affermato dall’Assessore all’ambiente del Comune di Vaglia, è stata riscontrata un’alta mortalità per tumori nella zona. Si parla già di Terra dei fuochi in Toscana. Si resta in attesa di conoscere l’esito delle analisi compiute da Arpat sul materiale rinvenuto, polveri stratificate di vari colori, non identificabili con la calce.

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