GdF Brescia: operazione “CASH”.5 arresti

09 luglio h 18.29 FONTE-Comando Generale della Guardia di Finanza-Brescia: nella giornata di ieri, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia, i Finanzieri della Compagnia di Chiari hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, con la quale è stato disposto l’arresto di cinque persone, accusate di aver frodato l’Erario per milioni di euro. Le indagini, avviate nel 2012 con l’esecuzione di decine di perquisizioni presso gli uffici e le abitazioni dei principali soggetti indagati, hanno consentito di sgominare una associazione criminosa dedita alla frode fiscale, radicata nei territori occidentali della provincia di Brescia ed in quelli bergamaschi immediatamente limitrofi. I reati contestati all’esito dell’operazione denominata “CASH” sono: corruzione, associazione per delinquere, emissione ed utilizzo di fatture false, omessa ed infedele dichiarazione, occultamento e/o distruzione di scritture contabili, indebita compensazione. Il sistema di “risparmio” illecito di imposte e contributi escogitato dal sodalizio era fondato, in estrema sintesi, sulla “interposizione fittizia di manodopera”. Nello specifico, attraverso le indagini condotte dai Finanzieri, è stata riscontrata una realtà fattuale completamente diversa dall’apparenza formale, nella misura in cui è stata smascherata la natura di “cartiera” di svariate società, esistenti esclusivamente “su carta” e deputate unicamente a “produrre carta”, oltreché ad assumere “cartolarmente” i lavoratori. Queste “cartiere”, schermi giuridici rivelatisi meri “contenitori” di operai, venivano strumentalmente utilizzate per la formale assunzione di maestranze, consentendo agli imprenditori effettivamente operanti sul mercato di avvalersi delle “prestazioni di servizi” (manodopera) fornite da queste finte società, con conseguente esonero da ogni forma di responsabilità e da ogni pendenza erariale (fiscale e previdenziale) connessa all’impiego dei dipendenti. La copertura documentale degli artificiosi rapporti economici veniva poi, sistematicamente, garantita da false fatturazioni incrociate. L’utilizzo di queste società “contenitore” aveva quindi lo scopo principale di neutralizzare il cd. “cuneo fiscale” delle imprese che realmente si avvalevano di quella forza lavoro, attraverso la fraudolenta esternalizzazione degli oneri tributari e previdenziali a carico delle entità fittizie, prive di qualsivoglia operatività effettiva. In buona sostanza, chi materialmente usufruiva della manodopera non versava alcun tipo di onere fiscale, previdenziale e/o assistenziale, il cui adempimento veniva appunto dirottato sulle società.

Condividi

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sponsor

Articoli correlati