Nella terra dei cedri nascono idee Made Italy

 07 febbraio 2014 – ore 23.30: FONTE- UNIFIL Brigata Granatieri di Sardegna-

Vegetazione dai chiari colori, immense distese che lasciano all’occhio curioso la possibilità di immaginare, aria frizzantina ed odori tanto diversi da casa propria: è l’ambiente che da quasi cinque mesi, vivono i Granatieri di Sardegna nel Sud del Libano, la cui peculiarità di “guardie” attente e vigorose, nella città di Roma ci manca un po’!

Nel 1659 il duca Carlo Emanuele II di Savoia ebbe una bella idea a costituire un esercito specializzato, che nel 1685, per volere del re Vittorio Amedeo II di Savoia prese il nome di “granatieri”: soldati incaricati di lanciare allo scoperto le granate, che nel Nuovo Millennio operano con alto livello di preparazione e professionalità.

Raccontandoci un po’ della terra dei cedri, i Granatieri di Sardegna sotto l’efige di Unifil, solleticano il nostro orgoglio di italiani e gioiamo per i riconoscimenti alla forza, attraverso la rappresentanza del loro comandante, Generale di Brigata Maurizio Riccò che ha ricevuto, dal sindaco di Shihin, l’avvocato Wissam Hammoud, la Cittadinanza Onoraria. Un riconoscimento per l’impegno profuso dai Caschi Blu italiani a sostegno della popolazione locale e per il miglioramento delle condizioni di pace e stabilità nel Libano del Sud.

E noi orgogliosi dell’impegno in terra straniera, non potevano non ricambiare con un progetto CIMIC realizzato con fondi nazionali, consistente nella riqualificazione di un bacino per la raccolta delle acque piovane destinate ad usi agricoli e la realizzazione di un campo di calcetto in erba sintetica, a favore della gioventù del villaggio e del circondario.

La missione italiana in Libano è rivolta a più temi, dalla sicurezza, al settore socio-sanitario, infatti, all’orfanotrofio femminile della città di Tibnin, sempre con fondi nazionali è stata donata un’asciugatrice professionale, che contribuirà a migliorare le condizioni di soggiorno di ottantasette tra bambine e adolescenti di età tra i 5 e i 16 anni, ospiti dell’Istituto.

Personale del Combat Service Support Battalion, per la maggior parte composto da personale del 1° Reggimento Trasporti di Bellinzago Novarese, ha avviato al Mosan Centre di Tiro, istituto per bambini con disabilità intellettive, il progetto “Muovilandia” che si pone, come obiettivo primario, quello di far apprendere a 20 bambini diversamente abili, in età compresa tra i sei e gli undici anni, i fondamenti del judo e del karate e, più in generale, quelli che sono i gesti motori di base.

Una semplice cerimonia, presieduta dal comandante del CSS Bn, colonnello Mario Stefano Riva e dal direttore del Mosan Centre, dottor Mohamed Chafraddine, ha dato avvio al corso che è iniziato con la consegna ai bambini dei karategi. Infine, una vera e propria “operazione congiunta” ha avuto luogo nell’Area di Responsabilità della Joint Task Force Lebanon – South East a guida spagnola dove, su richiesta di una Organizzazione non governativa libanese (Jouzour Loubnan), il contingente italiano, quello spagnolo e quello francese, con il patrocinio delle rispettive Ambasciate e in stretta collaborazione con le Forze Armate libanesi, hanno condotto un’attività di rimboschimento lungo le colline prospicienti la catena del Monte Hermon, piantando ben duemila alberi che contribuiranno a migliorare l’assetto idrogeologico e ambientale dell’area.

Grazie alle donazioni del Rotary Club – Distretto 2060 (Aquileia, Cervignano, Palmanova), a Ma’rakah, cittadina di circa 11000 abitanti, è stato possibile rifornire l’ambulatorio medico pubblico di materiale e attrezzature sanitarie che hanno permesso di migliorare le condizioni di vita ed il lavoro dei residenti. Altro beneficiario dei donatori italiani è stato il “Social Development Centre” di Bint Jubail, struttura che si occupa dell’assistenza sanitaria, di sviluppo socio-culturale (in particolare femminile) e di assistenza all’infanzia della popolazione della cittadina e dei villaggi del circondario, per un bacino di residenti pari a circa 30.000 unità. Inoltre, è stata inaugurata, nella municipalità di Ayta Achaab, una nuova strada di circa 300 metri a beneficio dei circa 10.000 residenti. Questo miglioramento della viabilità, finanziato dal nostro Paese e messo in opera attraverso una ditta locale, permette di decongestionare il traffico consentendo, in particolare, agli agricoltori della cittadina di poter raggiungere gli appezzamenti di terreno da coltivare, evitando di attraversare con i mezzi agricoli le strade cittadine, rendendo così più sicuri i residenti della zona.

I progetti sono tanti ed ancora tanto c’è da fare, fondamentale è la relazione e l’empatia che si riesce a creare con gli altri eserciti stranieri di Unfil, con cui i nostri devono lavorare a stretta contatto. A tal proposito i Caschi Blu italiani su base “Granatieri di Sardegna” sono stati impegnati anche in un’attività di “familiarizzazione” tra i militari italiani della Compagnia Genio, del Battaglione di Supporto Operativo (CS BN – Combat Support Battalion), ed una delegazione di genieri francesi, della Riserva del Comandante della Forza (Force Commander Reserve) di Unifil, al fine di condividere conoscenze sulle tecniche, tattiche ed equipaggiamenti utilizzati.

All’attività hanno partecipato tutte le componenti della Compagnia Genio del 6° Reggimento Genio Pionieri del Battaglione di Supporto Operativo, inquadrato nel Comando congiunto del Settore Ovest del Libano del Sud (Joint Task Force Lebanon) su base Brigata “Granatieri di Sardegna”, tra cui quelle giornalmente impiegate nella lotta agli ordigni improvvisati, e i Genieri francesi del 6° reggimento Guastatori anfibi. Lo scambio di conoscenze, che si è concluso con un’esercitazione condotta in un ambiente simulato caratterizzato dalla minaccia di ordigni artigianali, ha evidenziato come la collaborazione, sia condizione necessaria affinché le unità sul terreno possano operare in piena sinergia, garantendo elevate capacità e rapidità decisionale. I genieri francesi hanno, infine, visitato il sito dove i genieri italiani conducono attività di sminamento. Il personale del 6° Reggimento ha, con l’occasione, illustrato le procedure adottate dagli sminatori italiani per la rimozione degli ordigni esplosivi dai campi minati lungo la Blue Line.

Temi sociali, sanitari e momenti addestrativi lontano da casa, anche se esistono i network, lontano da affetti, anche se la corrispondenza viaggia in internet, ma sempre con l’orgoglio di svolgere un lavoro, che almeno per una volta riesce a portare un sorriso sul viso di anime meno fortunate di noi.

Annamaria Cicchetti

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Commenti

1 commento

  1. Sono orgoglioso di leggere notizie come queste sull’operato dei nostri militari in Libano: Dio benedica il loro lavoro e la nostra bella e cara Italia, grazie a loro apprezzata e ben vista dappertutto!
    Maurizio Di Iulio

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