Monte Romano: una giornata da “granatiere”

27 settembre ore 17.30 – FONTE Annamaria Cicchetti –

<L’Esercito è degli italiani – ha risposto il Generale di Brigata Maurizio Riccò alla richiesta del giornalista curioso delle motivazioni che hanno dato vita al “Media Day” con la Brigata Granatieri – e chi meglio di voi può far conoscere il nostro mondo che è in continua evoluzione ai nostri concittadini…>.

E’ già, è proprio la stampa nelle sue forme, scritta, parlata ed ora anche virtuale che ha il gravoso compito di informare e di raccontare un evento con imparzialità.

La Brigata Granatieri di Sardegna è dislocata a Monte Romano in provincia di Viterbo in fase di addestramento in previsione dell’imminente partenza per il Libano.

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Per il Generale Ricco’ è un ritornare ad occuparsi di un territorio che già l’ha visto impegnato nel 2012 quando da Solbiate Olona in provincia di Varese, quale capo ufficiale pianificazione (Chief J5 ndr) iniziava ad occuparsi di alcuni aspetti della Missione Unifil in Libano. Ora ci si avvicina in un contesto socio-politico con qualche cambiamento, questo non vuol dire che cambiano i metodi di approccio, anzi si stanno anche migliorando.

Cinquantunenne, oggi 27 settembre, l’ufficiale Ricco’ ha deciso di aprire le porte della sua Brigata, della quale ha assunto l’incarico di comandante lo scorso 24 aprile, perché l’Italia conosce bene l’operosa attività delle Forze dell’Ordine, un po’ meno quella delle Forze Armate e nello specifico quella della Brigata Granatieri di Sardegna che è dislocata sul territorio della Capitale.

Se un tempo, un figlio tornato dal servizio di leva ne raccontava l’aria respirata a tutta la famiglia, nel nuovo Secolo, solo chi condivide lo stile di vita ne riporta i frutti a casa.

Ed allora spinta l’anta della porta dalla mano del Maggiore Fabiano Feliciani, coadiuvato da altro personale dell’Ufficio P.I., il gruppo di giornalisti si è calato, ognuno con le proprie esperienze, in una simulazione di realtà.

Monte Romano è una vasta area della macchia mediterranea posta ai confini con la Toscana, in provincia di Viterbo, paesaggio ideale per la riproduzione di situazioni che si possono verificare durante le missioni fuori area che i soldati delle nostre forze armate si potrebbe trovare ad affrontare. E’ meta addestrativa anche di altre Brigate operative.

Alberi ad alto fusto dietro i quali si potrebbero nascondere cecchini; strade sterrate solcate da vecchi camion che potrebbero nascondere esplosivo; ambienti naturali come un prato nel quale pascola del bestiame dove si potrebbe rinvenire una mina antiuomo e quindi va bonificato, ma capita anche che il personale addetto, seppure abbigliato con elmetto protettivo e giubbotto antischegge, viene colpito, anche se non in modo grave e quindi c’è l’esigenza di trasportarlo all’infermeria da campo, questi va prima va messo in sicurezza secondo protocolli sanitari ben definitivi al fine di non compromettergli la salute.

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E se ci dovessimo trovare a fare un posto di blocco? Ebbene il personale sarà schierato secondo una precisa strategia e al sopraggiungere di un veicolo sospetto, questo verrà prima fermato, controllati i documenti degli occupanti fino alla loro perquisizione e successivamente si passa al controllo del veicolo: tutto rigorosamente affiancando la Polizia libanese.

L’Italia in uniforme quando veste il basco azzurro dell’Onu si impegna in un programma di concorso per il controllo della sicurezza in collaborazione con le Polizie locali, come del resto si fa in Patria, quando all’Esercito viene richiesto di affiancare le Forze dell’Ordine, su richiesta della Prefettura.

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E’ sovente che nei TG nazionali si vedano momenti di guerriglia urbana, quindi i nostri militari si potrebbero trovare a dover intervenire per sfollare la gente ed allora a Monte Romano cosa si fa?

Ci si addestra a difendersi e a coprire il compagno di avventura: saliti su un VM90 in una delle affascinanti vallate sotto lo sguardo curioso delle vacche maremmane, i soldati addetti si addestrano “all’antisommossa”.

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Armati di casco protettivo, scudo e di una particolare muta che copre le parti più sensibili, dalle ginocchia, ai gomiti, alla spina dorsale, ai genitali per gli uomini e al seno per le donne, i soldati imparano ad allinearsi in modo corretto creando un muro ed imparano a comporre la testuggine.

Beati romani che ce l’hanno lasciata in eredità.

Insomma fasi di una missione operativa spiegati nei dettagli e nella pratica: la IED è stata fatta esplodere dal robottino e il presunto ferito è stato messo in sicurezza da una pronta squadra, che oltre ad imbracarlo nel migliore dei modi su una barella, non gli ha fatto mancare quell’affetto di “collega-camerata” che induce l’animo a superare il primo momento di panico: spesso una parola detta in un modo deciso, ma rassicurante fa più di mille pastiglie.

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Anche se i soldati italiani vanno all’estero con un obiettivo ben preciso, come potrebbe essere per i Miner (personale specializzato del Genio abilitato alla bonifica di mine antiuomo ndr) questi devono essere preparati ad affrontare il terrorista più agguerrito, perché più spregiudicata è la fantasia del costruttore tanta la sarà la determinata attenzione che bisognerà impiegare al fine di salvare vite umane e per fare questo ci vuole addestramento mirato, fiducia nel collega e dedizione ad un lavoro che comporta rischi, ma anche soddisfazione personale.

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E per quanto riguarda il lato economico, non dimentichiamoci che l’Esercito è una branca del Ministero della Difesa, quindi un ente istituzionale dello Stato italiano, con tutti i pro e i contro che ne conseguono, specialmente in questo secolo.

Il personale militare della Brigata “Granatieri di Sardegna” che a breve inizierà a preparare lo zaino non è solo operativo, anche amministrativo e tecnico-logistico.

Nella pianura viterbese, in un’area paragonabile ad un grosso quadrato è stato allestito il Comando Brigata e l’accampamento con i suoi servizi: in uno degli angoli del quadrato sono state erette grosse tende all’interno delle quali ci sono tavoli tipo giardino in plastica, sedie da regista e pc, in un altro angolo della stessa area altre tende di diversa misura e colore: la palestra, le docce, il bar, la sala mensa e le “camere da letto” sono riconoscibili da tende stile indiani d’america a 2 posti: la branda per letto e lo zaino per armadio-comodino.

Per orientarsi basta affidarsi al numero e al nome del proprio “condominio”.

Cristina è il settore femminile, Carlo Emanuele II e Assietta sono quelli maschili e tutto il condominio si trova in via Gadin.

Codici che si dovranno utilizzare per lavorare in collaborazione con altri Paesi dell’Onu, codici più conosciuti per non perdere il contatto con il recente quotidiano: una professione affascinante, dunque, quella del soldato del nuovo secolo, il quale è diventato un lavoratore super specializzato, il quale dovrà metterci sempre di più della sua personalità di italiano, perché le strutture tecniche saranno avanzate, ma sono manovrate dal pensiero umano.

La giornata si è conclusa con un buon caffè in un bar del borgo di Vetralla a scambiarsi i punti di vista, ad emozionarsi per aver passato una giornata con uomini e donne che sotto la mimetica e il giubbotto anche se sembrano tutti uguali, hanno una preparazione così specifica che solo nel sapere che stanno per intervenire in un servizio più o meno rischioso già ci si sente sicuri della riuscita.

Generale Maurizio Ricco’, come disse un noto personaggio del lontano periodo, richiami “A me le Guardie” e le conduca con quella determinazione che brilla nei suoi occhi e con tanta buona fortuna!

Annamaria Cicchetti

(la redazione di Stella d’Italia ha girato spezzoni di video che sono in fase di montaggio. Appena pronti verrà indicato l’indirizzo web dove vederne il contenuto).

 

 

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