Corno d’Africa: la cooperazione tra NATO e Federazione Russa

05 Febbraio 2013 : FONTE – Marina Militare –

“Al giorno d’oggi numerose sfide legate alla sicurezza ci aspettano ed ha perfettamente senso, per le Nazioni, lavorare assieme come noi oggi.”
Con queste parole l’Ammiraglio Antonio Natale ha dato il benvenuto all’Ammiraglio Vladimir Nikolayevich Vdovenko, Comandante del Gruppo Navale della Flotta russa del Pacifico.

  

Un incontro che qualche decina d’anni fa sarebbe stato impensabile, ma che oggi fa parte delle attività di routine tra gli attori internazionali impegnati in Corno d’Africa dal 2007 al fine di garantire la sicurezza dei traffici commerciali in quel lembo di mare, lo stretto di Bab el Mandeb, che oggi più che mai rappresenta la “porta d’Europa”, non a caso “porta delle lacrime” secondo l’interpretazione araba e dove passano 4 milioni di barili di greggio al giorno.

  

Un abbraccio simbolico a bordo della Flagship della TF 508 con il principale scopo di migliorare e rafforzare la cooperazione tra NATO e RUSSIA, in particolare nell’ambito navale, al fine di sviluppare procedure comuni in termini di antipirateria, comunicazioni, assistenza medica e supporto logistico attuando praticamente l’accordo bilaterale firmato a San Pietroburgo lo scorso 19 Dicembre.

  

L’Alleanza guarda dunque ben oltre le originarie ad anacronistiche aree d’interesse, proprio oggi in cui la necessità di sicurezza nella società moderna globalizzata interdipendente non è mai stata così elevata e dove nessuna nazione può confrontarsi con queste sfide da sola e dove la NATO, offrendo la sua esperienza ed i suoi assetti, assieme agli altri partner coinvolti, può fare la differenza.

“Seguendo questo percorso ci siamo già incontrati diverse volte ed oggi siamo qui assieme nuovamente perché è ora di mettere in pratica quanto deciso dai nostri vertici politici e condividere l’esperienza nell’antipirateria” ha concluso l’Ammiraglio Natale. Ancora una volta dunque la storia ci insegna che dove l’anacronistica opposizione vede la sua fine, la cooperazione in settori di interesse nazionale ma soprattutto globale, non può che vedere il suo inizio.

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