L’Italia offre supporto logistico per la guerra nel Mali

17 gennaio 2013: FONTE-Stalla d’Italia News-

La guerra nel Mali, gestita in maniera approssimativa dai francesi che non si aspettavano di trovare una resistenza così accanita nei ben armati terroristi islamici all’attacco del governo locale, si sta inevitabilmente allargando. è già in corso la partecipazione militare dei paese dell’Ecowas e cioè dell’unione dei paesi dell’Africa Occidentale il cui presidente di turno, il capo di stato della Costa d’Avorio, Alassane Outtara ha dichiarato a Berlino, dove è arrivato per chiedere il sostegno dei paesi europei, che le truppe Ecowas arriveranno in Mali al più presto.

La Germania ha già disposto, con una certa avarizia, l’invio di due velivoli da trasporto “Transall” da adibire al trasferimento delle truppe Ecowas dai loro paesi a Bamako, capitale del Mali minacciata dai jihaidisti.

Nonostante l’Europa come entità e i singoli stati europei non abbiano mosso un dito per risolvere la questione dei nostri due militari sequestrati e tenuti prigionieri in India il ministro Terzi si è subito affannato a offrire il supporto logistico dell’Italia alle operazioni in Mali. Niente truppe di terra ma basi, probabilmente quella di Trapani già operativa contro la Libia.

Terzi, ha dichiarato che le azioni contro i terroristi islamici in Mali sono : «perfettamente in linea con la risoluzione 2085 del Consiglio di sicurezza dell’Onu ed è indispensabile per arginare l’avanzata dei movimenti estremistici». mentre il ministro Di Paola ha voluto aggiungere in una conferenza  dinanzi alle commissioni Esteri e Difesa riunite del Senato: «È un’operazione inevitabile e corretta per evitare il consolidamento di una presenza terroristica che minaccia il Paese».

E’ superfluo dire che le condizioni economiche che questo governo tecnico ha invocato per tassare e tartassare gli italiani dovrebbero esimerci dall’intraprendere nuovi impegni militari oltre a quelli, gravosi, che già abbiamo.

E’ anche interessante notare come il Mali sia un paese ricco di uranio e che sembra che sia stato proprio quello a spingere i francesi all’intervento armato mentre in altri paesi, come la Somalia, ricchi solo di banane, nessuno si sogna di intervenire.

Andrea Marrone

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