Guardia di Finanza: conclusione operazione “gold original”. Arresto di cittadini cinesi

13 dicembre 2012: FONTE-GdF Comando Provinciale di Treviso-

Giunge a conclusione una complessa attività di indagine iniziata l’anno scorso con uno dei più grossi sequestri di sigarette di contrabbando mai operato nella provincia di Treviso. Era infatti l’aprile del 2011 quando i militari della Guardia di Finanza mettevano le mani su un preziosissimo carico occultato in un magazzino di Altivole, consistente in 4 tonnellate e 300 kg di sigarette Marlboro di contrabbando e di 6500 paia di scarpe contraffatte, riproducenti marchi prestigiosissimi come Hogan e Nike. Fu battezzata operazione “Gold Original” e, per la prima volta in provincia di Treviso, mise in evidenza l’insidiosità del fenomeno criminale di carattere transnazionale, come quello del contrabbando e della contraffazione, pericolosissimi non solo per l’erario ma anche per la salute dei consumatori e posti in essere da cittadini di etnia cinese. All’epoca fu denunciata una cittadina di origine cinese, Y.A. di 31 anni,  nel cui capannone erano stipate le bionde e le griffes contraffatte.

Gli ulteriori approfondimenti di intelligence e investigativi delle Fiamme Gialle trevigiane, diretti dalle Procure di Treviso e Rovigo, si sono svolti nelle Province di Prato, Milano, Perugia, Venezia, e Rovigo stessa, a testimonianza di una consolidata tendenza da parte della criminalità cinese a “confondere le acque” attraverso frequenti e repentini spostamenti di persone ed attività commerciali su tutto il territorio nazionale. Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, hanno consentito di far piena luce sulle attività criminali gestite dalla donna, in combutta con un altro cittadino, Z.Y. di 36 anni, della medesima etnia. Assieme amministravano un’attività commerciale di Monselice (PD), di fatto inesistente, attraverso la quale venivano prodotte assieme, da ultimo, buste paga e contratti di lavoro subordinato, con il solo scopo di indurre in errore le autorità italiane ed ottenere così i rinnovi di permessi di soggiorno per svariati concittadini, anch’essi denunciati. Attraverso l’attività commerciale, venivano inoltre attivate migliaia di schede telefoniche a nome di ignari od inesistenti cittadini ed utilizzate per le comunicazioni “in codice” del sodalizio criminale.

L’indagine degli investigatori economico finanziari anche attraverso minuziosi accertamenti bancari, ha consentito di acclarare l’avvenuta distruzione ed occultamento di scritture contabili la cui tenuta è per legge obbligatoria. Ulteriori motivi questi che hanno determinato l’emissione del provvedimento di carcerazione nei confronti degli “imprenditori cinesi”.

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