Si è appropriato di oltre 19 milioni di euro relativi agli incassi degli ingressi a siti archeologici della Sicilia. Un grave danno arrecato alla regione e a vari comuni siciliani. arrestato dai Finanzieri per peculato

28 novembre 2012: FONTE-GdF Comando Provinciale di Palermo

In esecuzione di una ordinanza emessa dal G.I.P. di Palermo su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo siciliano – Dipartimento Pubblica Amministrazione, i Finanzieri del locale Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno perquisito e tratto agli arresti “domiciliari” un soggetto residente a Bracciano, in Provincia di Roma, il quale, avvalendosi delle Associazioni Temporanee di Impresa (A.T.I.) di cui era Legale Rappresentante in Sicilia, si è indebitamente appropriato di ingente denaro pubblico.

Nel 2003, l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ed Ambientali per la Sicilia ha dato in concessione alle 3 Associazioni Temporanee di Impresa riconducibili all’indagato la gestione di alcuni servizi nell’ambito di vari siti di interesse storico – culturale ubicati nelle province di Messina (il Teatro Antico di Taormina, il Museo Archeologico di Messina, la Villa Romana di Patti Marina, l’Area Archeologica e l’Antiquarium di Giardini Naxos, la Villa Romana di S. Biagio presso Terme Vigliatore, l’Area Archeologica Halaesa Arconidea di Tusa, il Museo Archeologico Eoliano “Bernabò Brea” di Lipari), Siracusa (la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, il Museo archeologico “Paolo Orsi”, l’Area della Neapolis e l’Orecchio di Dionisio e l’Area archeologica Castello di Eurialo a Siracusa, l’Area archeologica Teatro Antico presso Palazzolo Acreide, il Museo Archeologico di Lentini e l’Area Archeologica di Megera Hyblea ad Augusta), Ragusa (il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa, la Cava di Ispica a Modica, la Zona Archeologica di Caucana, il Museo Regionale Kamarina e l’Area archeologica in Santa Croce Camerina) e Trapani (il Museo Archeologico “Baglio Anselmi” di Marsala, l’Area Archeologica di Segesta a Calatafimi, l’Area Archeologica di Selinunte e il Museo Regionale Pepoli di Trapani).

La predetta concessione disciplinava, tra l’altro, la gestione degli introiti di biglietteria di ingresso presso i menzionati siti, per la quale era stato stabilito l’obbligo da parte del concessionario di versare le somme incassate entro determinati termini, decurtate dall’aggio riconosciutogli per i servizi prestati, nella misura del 70% alla Regione Sicilia e del 30% ai Comuni ove insistono i predetti siti di interesse culturale.

Al termine delle indagini, consistite in acquisizioni documentali, accertamenti bancari e attività tecniche, è emerso che l’indagato, dal 2004 al 2011, non ha versato ovvero ha versato con notevole ritardo gli introiti di biglietteria spettanti alla Regione Siciliana e ai vari Comuni, per un importo complessivo di 33 milioni di euro.

In particolare, ammonta a 19 milioni di euro l’importo del denaro di cui  aveva la disponibilità per ragioni derivanti dal proprio ruolo di “incaricato di pubblico servizio”, di cui il soggetto si è personalmente e indebitamente appropriato, mentre altri 14 milioni sono stati dallo stesso versati ma con notevole e ingiustificato ritardo.

I 19 milioni di euro complessivamente non versati dall’indagato hanno cagionato un corrispondente ammanco di 14 milioni di euro circa nel bilancio regionale e di 5 milioni di euro nei bilanci comunali.

Le indagini proseguono ad ampio raggio, non potendosi escludere la sussistenza di ulteriori reati e l’eventuale coinvolgimento di altre persone in concorso con l’indagato.

 

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