Le montagne della Sila non dimenticano: cap.par Nigro, MOVC. Presente!

08 agosto 2012: FONTE-Annamaria Cicchetti- Era l’anno 2007 – Un lustro è passato da quell’intervista.

<Tu sei? e suoni?>, chiesi trepidante. <Caporale paracadutista Nigro. Eugenio Nigro, ai piatti!>, rispose.

Alzai lo sguardo e davanti a me apparvero due grandi occhi scuri, dietro un paio di occhialini tondi. <Hai parenti nei carabinieri, il maresciallo Nigro dei carabinieri di Subiaco è tuo parente?>. <No, signora!>, rispose. <La mia famiglia è di Lappano, in provincia di Cosenza>. <Ma sei sicuro?>, insistevo, come se nell’aria già qualcosa mi diceva che li a poco, la città di San Benedetto avrebbe intrecciato il destino di due vite. La mia mente voleva per forza trovare un nesso tra quel caporale e la città di Subiaco, in provincia di Roma.

E la sensazione che percepivo nella sala ricevimenti del circolo ufficiali del Capar, si materializzo qualche mese più tardi.

Eugenio Nigro, caporale paracadutista, musicante della Banda Musicale della Brigata Paracadutisti Folgore, di stanza a Pisa, Centro Addestramento Paracadutisti, il 6 agosto del 2007, veniva a mancare sui monti della Sila, dimostrando un comportamento ardito: per salvare delle abitazioni lambite dal fuoco, acceso da mano ignota, perdeva la vita tra il rogo.

Ardito, come Lustrissimi di Subiaco, Medaglia al Valor Militare, che nel 1942, seppur ferito, fedele al suo compito di lanciafiammista, attaccava l’allora nemico, polverizzandosi in battaglia.

Nel 1942 le dune del deserto di Al Elamein nascosero il corpo del ventunenne sublacense e sessantacinque anni dopo rami di alberi cosentini bruciati, coprivano il corpo senza vita di un paracadutista che seppur musicante, conosceva bene il suo dovere di soldato.

Due momenti diversi, due guerre differenti, due combattimenti a corpo entrambi contro lo stesso nemico: la ferocia umana.

Se la MOVM Lustrissimi si è trovata a vivere in un contesto socio-politico che traghettava l’Italia verso un cambiamento, il paracadutista Nigro per quella società già cambiata, ma ancora bugiarda e falsa, si è trovato a condividere lo stesso destino, seppur in un momento di apparente pace per il nostro paese, entrambi appartenenti alla stessa “particolare famiglia”, quella della Folgore, che non manca d’intervenire a difesa del prossimo.

Diverse, infatti, sono le azioni di protezione civile, a favore della cittadinanza, di personale militare della Brigata libero dal servizio.

L’agosto del 2007, per la Regione Calabria è stato un mese devastante, diversi ettari di macchia mediterranea sono andati distrutti e senza un colpevole da condannare: il decesso del Caporale Nigro ha lasciato un segno nella piccola comunità di Lappano e della stessa provincia di Cosenza, la quale non passa anno che non ricordi il suo fulgido esempio di attaccamento alla terra d’origine. E non da meno sono stati i paracadutisti in congedo, i quali in suo onore hanno anche intitolato la neo nata Banda Musicale dei congedati della Folgore.

L’allora sindaco di Lappano, Dottor Romilio Iusi, fece intitolare alla Medaglia d’oro al Valor Civile Caporale paracadutista Nigro, uno dei più belli giardini di Lappano.

Anche se il tempo vola ed è difficile che i cuori trovino consolazione, per papà Salvatore, mamma Lucrezia e la sorella Maria Francesca, mai è venuto meno l’affetto della cittadinanza di Lappano e dei paracadutisti della sezione ANPD’I di Cosenza, perché attraverso il ricordo della rispettosa e diligente personalità di Eugenio, si è voluto trasmettere, alle nuove generazioni, quella coraggiosa voglia di vivere, peculiarità di un paracadutista dal basco amaranto.

Annamaria Cicchetti

 

 

 

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