INDIA TRA MANIPOLAZIONI, INVENZIONI E DECISIONI RINVIATE

25 luglio 2012: FONTE-Francesco Marraffa- Ormai dal 15 febbraio stiamo vedendo come L’India e lo stato Federale del Kerala si stia prendendo gioco dell’Italia aiutata possiamo dirlo con assoluta certezza dalla mancanza di una azione incisiva da parte del  nostro Governo di Tecnici e anche dalla Comunità Internazionale che avrebbero potuto e dovuto far rispettare le norme Internazionali e lo Status dei nostri Militari.

Dal 15 Febbraio data dell’avvenuto poco probabile incidente tra i Nostri Fucilieri di Marina professionalmente preparati ad affrontare tutte le situazioni e quindi ad applicare sia le procedure che riguardano le regole d’ingaggio che nell’affrontare la minaccia con risposte proporzionali al pericolo e il peschereccio Indiano impreparato a navigare anche in un secchio d’acqua, l’India non ha fatto altro che manipolare le prove inventare e rinviare delle decisioni.

Basta vedere l’incidente avvenuto qualche giorno fa nel mare antistante lo Stretto di Hormuz tra una nave Militare Americana ed altri pescatori Indiani, incidente quasi del tutto simile a quello avvenuto con i nostri Fucilieri di Marina.

Gli Indiani nell’ incidente avuto con gli Americani dove quest’ultimi si sono fatti immediatamente le loro ragioni, hanno chiesto subito una commissione d’inchiesta mentre la Famiglia del pescatore ucciso ha fatto immediata richiesta di risarcimento del danno subito.

Sembrerebbe che gli Indiani oltre a far finta di non sapere che lo Stretto di Hormuz è una zona ad alto rischio e che le navi militari soprattutto quelle Americane è molto facile incontrarle e che sarebbe opportuno starne molto alla larga, richiedano subito dopo a seconda della nazionalità indennizzi. Queste loro richieste avvengono soprattutto con Nazioni Occidentali.

E’ noto che i pescatori Indiani hanno spesso avuto incidenti con i loro di vicini di casa, spesso è capitato che le motovedette dello Sri Lanka abbiano sparato uccidendo dei pescatori Indiani L’india però non ha mai chiesto il conto come ha fatto con L’Italia e qualche giorno fa con gli Stati Uniti.

Nulla di più semplice che nel caso dei nostri Fucilieri di Marina siano state proprio le motovedette dello Sri Lanka a sparare. Lo dimostrerebbero sia le traiettorie orizzontali dei proiettili sia il calibro diverso rispetto alle armi in dotazione ai nostri Militari . Un attivista Indiano dello stato Federale del Tamil Nadu ha proprio denunciato lo stato di abbandono dei pescatori Indiani da parte del Governo centrale di New Delhi e da quelli Federali Indiani proprio sulla questione della sicurezza e del comportamento delle motovedette e degli stessi pescatori dello Sri Lanka .

Tutto questo spiegherebbe il perché dello strano comportamento del governo Indiano con l’Italia, prima le perizie balistiche e calibri delle armi  modificate a loro vantaggio, poi il dissequestro e l’improvviso affondamento del Sant. Antony il peschereccio che è stato coinvolto nello stranissimo incidente avvenuto con i nostri Militari. Ricordiamoci che nel Kerala in quel periodo erano in corso le elezioni politiche che si sono protratte con una doppia sessione fino alla fine di maggio, nel frattempo prima Il Tribunale del Kerala che doveva decidere sulla Libertà su cauzione è stato chiuso per ferie per riaprire solo a fine maggio facendo fare 100 giorni di galera ai nostri Fucilieri di Marina. Nel frattempo la Suprema Corte di New Delhi che avrebbe dovuto decidere sulla giurisdizione del caso ha chiuso guarda caso a fine maggio per riaprire fine luglio ed è notizia di questi giorni che lo stessa Suprema Corte di New Delhi ha rinviato la decisione che doveva essere presa il 26 Luglio al 8 agosto con la motivazione di attendere il parere del Tribunale del Kerala, i soliti strani rimpalli dei tribunali Indiani. Prima le parole del primo ministro dello stato del Kerala Oommen Chandy che con sfacciataggine ha dichiarato che i suoi tribunali sono liberi e corretti dimostrando invece tutto l’esatto contrario, poi le parole del ministro degli Esteri Indiano S.M. Krishna  che dichiarò che l’lndia aveva preso una posizione molto chiara sul caso dei Marò arrestati e che loro mantenevano strettissimi contatti con il governo del Kerala. Le parole del ministro degli Esteri Indiano arrivavano quasi a stretto giro di posta in risposta alle parole pronunciate in modo molto tardivo da parte del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che durante la festa della Marina del 8 giugno scorso aveva detto che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone erano Ingiustamente trattenuti.

Anche due analisti della Observer Research Foundation  autorevole Think-Tank hanno affermato a fine giugno che l’Italia sul caso della giurisdizione ha pienamente ragione. Spiegano che i nostri Militari erano in servizio antipirateria sulla Enrica Lexie, e che l’India  deve ricollegarsi alla Convezione Onu sottoscritta da numerosi paesi tra cui l’India stessa  e che il codice penale Indiano non può essere applicato essendo i Tribunali italiani gli unici ad avere la giurisdizione sul caso.

Se da un lato i due analisti della  Observer Research Foundation  prendono le distanze dalle decisioni ambigue dei tribunali e del  Governo Indiano che con il loro atteggiamento mettono a repentaglio la reputazione dell’India stessa nei casi di diritti internazionale, arriva anche la notizia che la comunità Indiana presente in Italia ha raccolto circa 200 mila firma per una petizione a favore della liberazione di  Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che dovrebbero aver già presentato alcuni giorni fa presso la Suprema Corte di New Delhi.

Chiaramente questa petizione ha i suoi perché. Gli indiani residenti in Italia hanno paura delle reazioni negative che potrebbero esserci qui in Italia nei loro confronti anche se aggiungono che per il momento non ci sono state e che vorrebbero escludere questa possibilità. Il loro portavoce l’ingegnere Sehai che da 44 anni vive in Italia sottolinea che la guardia costiera Indiana non aveva nessun diritto di fermare la Enrica Lexie facendola tornare nel porto di Kochi con un tranello. L’ ingegnere Sehai ritiene anche che non è importante chi ha sparato ma il perché, secondo lui Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che erano in servizio Antipirateria avrebbero agito per difendere la Enrica Lexie e non per fare un semplice tiro al bersaglio. Infine secondo Sehai  il processo deve essere fermato sostenendo la tesi che il governo e la magistratura Indiana  non abbiano competenze sul caso e che si dovrebbero evitare  incidenti diplomatici tra Italia e India.

L’ingegnere Sehai dovrebbe chiedersi anche chi ha sparato non solo perché, chi gli dà questa certezza che siano stati  Massimiliano Latorre e Salvatore Girone se le prove vengono manipolate alcune affondate e i testimoni vengono corrotti e ritrattano più volte la loro versione dei fatti?

La stessa domanda dovrebbe farsela anche il Ministro degli Esteri Indiano S.M. Krishna insieme al primo ministro del Kerala  prima di farci credere anche loro che tutte le indagini e le perizie siano state fatte in modo corretto,  perché qui in Italia non solo abbiamo dei dubbi ma anche la matematica certezza  che tutto quello che ha fatto l’India sia una grande truffa.

Francesco Marraffa

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