L’Emilia del Paracadutista Andrea Rocca

24 luglio 2012: FONTE-Andrea Rocca- In Emilia si sono placate le scosse relative allo sciame sismico, ma non si placano ancora le esigenze della popolazione che deve sopportare non solo le temperature estive in qualche caso elevate, ma anche le circostanze sfavorevoli generate da una seria e preoccupante mancanza di aiuti economici tali da restituire una sorta di fiducia per la ripresa delle attività.

Da Comune a Comune si registrano e si evidenziano innalzameeti della presenza nelle tendopoli di extracomunitari, di gran lunga superiori a coloro che sono censiti come residenti. All’interno dei campi stessi gli ospiti sono in gran parte stranieri, mentre gli Italiani, e in particolare coloro che hanno ancora l’abitazione agibile, rientrano se con una certa paura nelle proprie case. Per gli ospiti delle tendopoli pranzo e cena sono assicurati dalla Protezione Civile. Si percepisce che la stanchezza sia ormai diffusa, alla quale si aggiunge spesso una convivenza forzata, e quei campi sorti spontaneamente e autogestiti, spesso necessitano di aiuti che non arrivano, e in particolare, nelle periferie, i cascinali danneggiati sono davvero molti, e chi li abita, ovvero gli agricoltori, sono in molti casi  impossibilitati ad  abbandonare i loro terreni e gli mali ricoverati nelle stalle, con i mezzi d’opera talvolta sepolti  dalle coperture divelte dalle onde sismiche.

I paracadutisti in congedo dell’Associazione ANPd’I di Carpi, fin dalle prime ore si è messa a disposizione delle Forze Dell’Ordine intervenute e non hanno mai mollato. In questi due mesi il loro servizio si è diversificato in vari modi: dal Presidio presso il COC del Comune di Carpi, alla vigilanza nelle zone rosse del Comune di Soliera, per passare poi dal presidio dell’Ospedale di Carpi, seriamente danneggiato al recupero dei beni nelle abitazioni sinistrate, in collaborazione dei VV FF. Ma non è tutto, sempre pronti ad individuare le criticità, hanno in questi mesi dovuto far fronte a tutte quelle difficoltà che la loro città continua a subire e contemporaneamente, i Paracadutisti in congedo, hanno messo a disposizione il loro tempo per adoperarsi in mille modi e costantemente alla soluzione di varie problematiche. A questi esemplari ragazzi con Basco Amranto si sono affiancati altri ex Parà provenienti da altre Regioni, che a turno si sono trasferiti in zona regalando i loro giorni di ferie per mettere a frutto quella assoluta  fratellanza che li legava ieri durante il periodo della leva e che ancora è viva e vigorosa nella avversità della sorte.

Va detto che la risposta dei cittadini nonostante le circostanze, si è dimostrata fondamentale. infatti, le fatiche spesso notevoli, sono state diluite dal riconoscimento continuo e costante delle persone, che in moltissime occasioni hanno manifestato l’apprezzamento del vedersi assistiti da quei ragazzi, portatori di pesanti scarponi, impacchettati nella divisa vegetata sotto il sole o nelle vie transennate, durante la notte, sempre sorridenti, gentili e soprattutto a disposizione con umiltà e pazienza.

L’ANPd’I di Carpi, ha riscosso fino ad ora, non solo il plauso delle Istituzioni ma anche l’aiuto materiale offerto dal Comune nell’impiego di alcuni mezzi utili e indispensabili a fornire acqua e derrate alimentari a coloro che dispersi nelle campagne, sarebbero stati difficilmente raggiugibili e gestibili sotto il profilo dell’emergenza. Si contano oltre 50 nuclei sparsi in vari comuni e nel comprensorio ove il danno alle strutture urbane è maggiore e profondo.

L’evoluzione della situazione è un continuo divenire, lontano comunque dalla speranza di normalità, quella che al momento sarebbe auspicabile, il lavoro continua e la fatica ormai è un grosso cumulo, forse più grande delle stesse macerie che ogni terremoto lascia al suo passaggio.

I ragazzi della FOLGORE, stanno portando avanti col silenzio  e la serenità di chi è forte, un lavoro immenso. L’approvvigionamento di acqua è stato in qualche momento problematico, e sul finire della scorsa settimana, il Capitano Paracadutista Migliavacca, figlio di un reduce di El Alamein, presente presso la tendopoli dell’EI SMOM Cisom, nelle vicinanze di Carpi, dopo averci invitato a presenziare la cerimonia quotidiana dell’Alzabandiera, ha provveduto a fornirci un pallet di acqua minerale. Tale dono, oltre ad essere stato immensamente prezioso al momento, ha consentito a bambini ed anziani, di non rimanere a secco generando una serie di problemi anche di ordine sanitario. Al Capitano Migliavacca, non credo sia sufficiente dire semplicemente grazie, sarebbe opportuno e meritato un riconoscimento più ampio, degno di quelle parole che accompagnano gesti e scelte troppo spesso lasciati lontano dalle pagine dei giornali, per lasciare posto a polemiche e denigrazioni che ormai fasciano questa logora ma indomita ITALIA, ancora capace di produrre valori e piccoli grandi eroi!!!!
Andrea Rocca

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Commenti

7 Commenti

  1. un pallet di acqua minerale da SMOM un dono prezioso? segnalo che il capitano di AMM COM , già caporalmaggiore art par durante il servizio, Migliavacca è un nipote di qualche grado discendente del Leone Migliavacca.

    • Ciao Walter, ogni aiuto disinteressatamente offerto alle popolazioni terremotate è un dono prezioso e, in questo, sono d’accordo con il Par. Andrea Rocca. Sulla genealogia dei Migliavacca non saprei dirti, prendo per buono il tuo appunto ma, alla fine, che differenza fa?
      Un abbraccio cameratesco e…ma quando ci vediamo? Ne è passato del tempo!

      • Sig. Amatobene non comprendo la prima parte del suo discorso. Ha forse dei dubbi sul fatto che l’acqua sia un dono prezioso? poi se il problema nasce dall’albero genealogico dei Migliavacca allora mi illumini perché sono ignorante in materia anche io.

  2. So essere di parte, in quanto sorella, ma coloro che mi conoscono bene, sanno che sono spietatamente sincera, soprattutto con coloro che amo. Amore è sincerità. Anche quello fraterno che mi lega a questo coriaceo fratello,che dell’amore, per il prossimo e per la legalità, ne ha fatto motivo di vita. Sono orgogliosa del suo operato, del suo strano modus vivendi, che differisce da tutti coloro che si ritengono “normali” ma non spendono giorni ad aiutare, del suo prodigarsi per un ideale, della sua, a volte eccesiva, passionalità. Lo invidio per il coraggio, la determinazione e quella libertà morale e mentale che gli permette di volare anche senza paracadute. Auguro a tutti voi ragazzi della Folgore di continuare a farvi onore. E sono felicemente orgogliosa di esserti sorella

    • Scusa Mariella, ma il tuo non è un commento di parte, al massimo sei una testimone vivente di fatti e persone, per il resto concordo con te anche se non conosco personalmente Andrea Rocca.

  3. Ciao Carissimo e stimato Walter, mi fa sinceramente onore avere un tuo commento a quanto da me inviato a Stella d’Italia per stigmatizzare una situazione del momento vissuto in Emilia, a distanza di tempo dagli eventi sismici, che sai bene quanto abbiano ferito luoghi e persone.
    Allo stesso modo desidero riferire che essendo un ex paracadutista, non mi soffermo su quanto possono essere stati bravi i portatori di Basco Amaranto, lo lascio raccontare dalla viva voce e dalle emozioni che le persone incontrate continuano a manifestare e testimoniare nei confronti di quei ragazzi che più di me si sono spesi in opere e tempo, per rincorrere quelle criticità inevitabili e a volte assurde, date dal cambiamento violento dello stato ambientale e sociale di un paese colpito questo genere di eventi. Mi sorprende soltanto il tipo di puntualizzazioni da te espresse, infatti personalmente della storia personale del Capitano Migliavacca, poco mi puo’ e mi deve interessare, conta per me invece il ruolo che ha avuto nel contesto, forse non descritto a sufficenza, fatto di precisi contenuti, riconducibili ad una fratellanza che di per sè è già un grande valore, se poi vissuto nel profondo spirito che anima e dà corpo anche ai doveri previsti nello Statuto delle Associazioni d’Arma a cui apparteniamo da ex Paracadutisti iscritti all’ ANPd’I, allora questo valore si dilata ancora, e fa fede a quell’impegno che la disciplina militare ci ha fornito come strumento civico e umano, scuola di vita e di comportamento. Dunque, se circa 700 bottiglie di acqua da 1 litro e mezzo con altra quantità di giocattoli sterilizzati donati spontaneamente in un secondo tempo, che hanno dato la gioia a quei bambini diseredati dei loro piccoli tesori, possano sembrare poca cosa, beh! accetto ma non condivido. E me lo ha confermato la gente che abbiamo soddisfatto in quello stesso giorno, perchè è facile intuire che in una tenda, senza acqua e rubinetti, non si riesce a prendere nemmeno una pasticca, o peggio ancora preparare un pasto a qualche piccino o anziano, ma la sicurezza che genera la vista di una bottiglia d’acqua a chi dipende per dissetarsi o meno, come per altri bisogni, credimi che contiene un valore davvero forte, e nonostante questo, chi ha potuto avere un paio di bottiglie piene di speranza, non ha ha avuto modo di conoscerne il donatore, e da paracadutista, leale e sincero, mi sono preso l’onere il dovere e anche l’orgoglio di diffondere una sana certezza: più o meno prossimi parenti dei nostri amati e onorati Leoni di El Alamein, hanno ancora una volta messo in atto una briciola di quel valore ricevuto come eredità morale. Questo per i folgorati come me, è ancora e sarà sempre un valore aggiunto che mi cancella fatiche dolori e pensieri, lasciandomi il cuore pulito e lo sguardo sereno. Un saluto Walter e una stretta di mano anche se virtuale, ma comunque decisa e sincera, mantenendo ferma e salda la stima che il tuo nome suscita. Folgore!!!!

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