Operazione Cerbero – Smantellato giro di estorsioni ed usura per un milione di euro

17 luglio 2012: FONTE-GdF-Incastrati dalle telecamere della Guardia di Finanza mentre intascavano duemilacinquecento euro frutto di estorsione, da un imprenditore di Tortona che li supplicava di non richiedere più denaro, non essendo più in grado di far fronte alla continua pretesa di soldi.

Tutto questo, sotto gravissime minacce legate alla perdita immediata del lavoro o a percosse.

Sono stati arrestati così, in flagranza di reato, due fratelli originari di Cittanova (Reggio Calabria) ma residenti da tempo a Tortona.

Arrestato anche un terzo soggetto e denunciate altre dieci persone coinvolte a vario titolo.

Estorsioni, usura, violenze, gravissime minacce, praticate e rivolte a molti imprenditori di Tortona, che sono stati costretti, in alcuni casi a partire dal 2005, a versare ripetutamente – anche con intervalli di quindici giorni – denaro contante per un giro d’affari complessivo ricostruito pari a quasi un milione di euro.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, hanno svelato anche in questo territorio, attraverso giorni di appostamento, intercettazioni ambientali e filmati registrati dalle Fiamme Gialle, un pericolosissimo sistema nascosto di estorsioni e usura in cui sono caduti in trappola molti imprenditori tortonesi, tra i quali titolari di concessionari d’auto, immobiliaristi, agricoltori e commercianti.

I molti casi di usura accertati hanno svelato tassi di interesse annui del 30%, fino a raggiungere in alcuni casi anche il 120%.

Alcuni imprenditori, particolarmente vessati, erano vittime sia di usura che di continue pretese di denaro.

Le vittime però, aiutate dai finanzieri, hanno poi avuto il coraggio di raccontare le prevaricazioni subite ormai da diversi anni.

Nessuno, sino a quel momento, aveva denunciato nulla per paura di ritorsioni; è stata la notizia dell’arresto e la sicurezza che da quel momento in poi non si sarebbe più presentato nessuno a pretendere dei soldi, a convincere gli imprenditori a raccontare tutto.

Inoltre, dopo aver subito anche in passato sequestri patrimoniali di immobili, autovetture, conti correnti bancari da parte della Direzione Investigativa Antimafia, per sfuggire ad ulteriori sequestri di beni, i calabresi avevano intestato a prestanome alcune autovetture che utilizzavano anche per riscuotere il denaro e che sono state immediatamente sequestrate.

L’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza hanno contestato agli estorsori l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni dell’associazione di tipo mafioso, alla stessa stregua cioè di un associazione mafiosa, che usa la forza di intimidazione e sfrutta la condizione di assoggettamento e omertà che inevitabilmente ne deriva.

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