L’India allunga i tempi e continua a sequestrare i nostri militari

9 maggio 2012: La corte suprema di Nuova Delhi prende tempo per decidere se continuare a sequestrare illegalmente i nostri Fucilieri di Marina rapiti dallo stato canaglia del Kerala con la complicità dell’India in un atto vergognoso di pirateria internazionale e trattenuti senza nessuna prova a loro carico.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dovranno aspettare fino al 26 luglio per sapere quale sarà la loro sorte. Lo stesso tribunale ha però ordinato alle canaglie del Kerala di trasferire i nostri militari in un luogo diverso dal carcere di Trivandum. Una decisione, quest’ultima, che per il ministro degli Esteri, Giulio Terzi “segna sicuramente uno sviluppo positivo, perché offre la possibilità di condizioni di detenzione molto migliorate, uscendo dall’istituzione carceraria”. Inoltre, ha proseguito Terzi, la decisione della Corte “offre anche la possibilità del prosieguo di un percorso giudiziario che apra veramente ad altre prospettive. Naturalmente -ha sottolineato il ministro- quella del ritorno a casa dei marò è quella che ancora perseguiamo. I tempi non sono ancora rapidissimi, ma credo che sia la dimostrazione di un grandissimo lavoro che sta facendo il team negoziale a New Delhi e anche a dimostrazione del fatto che le tesi sul piano giuridico che noi continuiamo a proporre cominciano ad avere maggiore ascolto”.

Ieri il ministero degli Esteri indiano ha invitato la Corte a respingere la richiesta dell’Italia, affermando – secondo quanto riporta Times of India – che il codice penale indiano deve essere applicato nei confronti dei due militari italiani per un incidente che sarebbe avvenuto all’interno delle 200 miglia nautiche dalle coste indiane e non in acque internazionali.

In un memorandum lo Stato indiano ha inoltre contestato il diritto dell’Italia a rivolgersi al massimo organo giudiziario indiano, in quanto solo individui possono presentarsi alla Corte Suprema per reclamare i diritti sanciti dalla Costituzione indiana. “Un ricorso simile – ha fatto notare il governo indiano nel documento – è pendente presso l’Alta Corte del Kerala quindi la Corte Suprema  dovrebbe respingerlo”

 

 

Nell’affidavit presentato dal governo indiano alla corte presieduta dal giudice Altamas Kabir si afferma quindi che il governo dello stato di Kerala ha agito legittimamente avviando un’azione penale nei confronti dei due militari italiani.

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