Pakistan: Assalto alla prigione, 348 evasi

Pakistan 15 Aprile: il Pakistan si conferma zona critica nella lotta mondiale al terrorismo. Un carcere di Bannu nel Nord-Ovest del paese, area considerata una roccaforte per i talebani e per al qaeda e vicina alle zone tribali del Khyber e di Orakzai è stato assaltato da più di centocinquanta uomini armati di mitra, lanciarazzi e granate. Dopo un intenso scontro a fuoco con i secondini, inferiori di numero agli assalitori, il carcere è stato aperto e 348 prigionieri si sono dileguati insieme a chi aveva compiuto l’attacco prima dell’arrivo della polizia e dell’esercito pakistani.

Uno dei detenuti fuggiti era nel braccio della morte per il coinvolgimento in un complotto per uccidere l’ex presidente Parvez Musharraf. “C’era un detenuto di nome Adnan Rashid, che era un prigioniero pericoloso – ha detto un ufficiale di polizia -. Era uno dei capi in un complotto contro Musharraf. Questa gente è venuta per lui e si è presa anche gli altri 383”.

Secondo Mian Iftikhar Hussain Shah, ministro dell’Informazione del distretto del Khyber Pakthunkhwa, “fra i talebani liberati c’erano 20 prigionieri talebani di alto profilo che attendevano di essere giustiziati”. Secondo il ministro “i talebani erano in numero elevato e hanno ferito quattro agenti penitenziari prima di liberare i loro compagni”.

Visti i precedenti ambigui del Pakistan sulla lotta al terrorismo è lecito sospettare che il carcere non fosse difeso con grande entusiasmo, cosa peraltro manifesta se si considera che solo quattro secondini sono stati feriti e quindi ora le forze ISAF avranno a che fare con una minaccia, piuttosto consistente numericamente, in più.

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Commenti

1 commento

  1. Anche io ho il grande sospetto che i Pakistani non avessero molto interesse nel sorvegliare meglio il carcere in questione, continua l’ambiguità Pakistana, quel carcere doveva essere presidiato meglio. Invece no, la polizia e l’esercito arrivano dopo, sarà un caso?? Non credo proprio.

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