Indagine anticorruzione nell’ambito dei delitti contro la p.a. e la fede pubblica, contro il riciclaggio e la frode fiscale

19 Marzo 2013: FONTE-GdF Comando Provinciale di Rimini-

A conclusione di una complessa attività di indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Rimini e coordinata dalla Procura della Repubblica di Rimini, questa mattina all’alba, i finanzieri del Nucleo pt  hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale nei confronti di 5 persone (di cui 2 in carcere) e sottoposto a sequestro, in esecuzione di un concomitante decreto di sequestro preventivo “per equivalente” sino alla concorrenza del valore complessivo di 4,4 milioni di euro emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini dott.ssa Fiorella Casadei, i seguenti beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati: nr. 31 immobili,  nr. 7 autoveicoli e motoveicoli, l’intero capitale sociale di nr. 6 persone giuridiche, investimenti in titoli/fondi/gestioni e certificati di deposito presso nove istituti di credito.

Personaggio di spicco tra gli indagati è D.B., stimato professionista riminese che, nel ricevere l’incarico di curatore in procedure fallimentari presso il Tribunale di Rimini, ha rivestito la qualifica di pubblico ufficiale. Su di lui pende la quasi totalità dei capi d’imputazione: attraverso vari artifici, abusando delle sue capacità professionali e della fiducia in lui riposta nell’affidamento dell’incarico, ha perpetrato diverse condotte di peculato appropriandosi delle risorse finanziarie destinate alle procedure fallimentari per il soddisfacimento dei creditori arrecando a questi gravissimo nocumento e prendendo, nel contempo, un interesse privato nelle procedure di cui era curatore. Lo stesso si è prestato a compiere atti contrari al suo ufficio integrando, quindi, il reato di corruzione in atti giudiziari ricevendo somme di danaro da R.O. e C.G., rispettivamente amministratore di fatto e legale rappresentante di una società in fallimento.

Le strategie criminali ideate da B.D. sono state possibili non solo attraverso l’apposita creazione di una società di riscossione crediti,  ma anche attraverso la formazione di atti dispositivi del Tribunale rivelatisi, poi, completamente falsi. La stessa società di factoring,  controllata di fatto dal professionista, ma amministrata di diritto da una testa di legno, si è rivelata uno strumento per produrre fatture per operazioni inesistenti finalizzate a consentire la deduzione di costi e, quindi, l’evasione delle imposte ad alcuni dei clienti di B.D.. La stessa società è stata utilizzata anche per produrre falsi contratti di consulenza aziendale, di cui uno appositamente redatto per giustificare i flussi finanziari relativi all’episodio corruttivo.

Le indagini, coordinate dal Sost. Proc., Dott. Davide Ercolani  e condotte dal Nucleo pt di Rimini, attraverso indagini bancarie, investigazioni di P.G.  comportanti anche riscontri  testimoniali, contabili e documentali, osservazioni e pedinamenti, operazioni tecniche ed accertamenti economico–patrimoniali, hanno consentito di raccogliere inoppugnabili fonti di prova a carico degli indagati, responsabili a vario titolo – in concorso – dei reati di: interesse privato del curatore negli atti del fallimento, peculato, corruzione in atti giudiziari, falsità materiale in atto pubblico, riciclaggio, nonché frode fiscale attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Oltre quaranta i militari impiegati nell’imponente operazione di servizio.

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